Charles Baudelaire, le poesie più belle sulla natura

Charles Baudelaire ha composto poesie di straordinaria bellezza e alcune di esse sono dedicate alla natura. Gli elementi di quest’ultima diventano nei versi dell’autore francese dei simboli e cogliere il significato che si nasconde nelle parole non è sempre semplice. Andiamo, allora, a scoprire insieme alcune delle liriche più profonde ed emozionanti dedicate a paesaggi e ambiente.

Le poesie di Charles Baudelaire sulla natura
“L’albatros”
Spesso, per divertirsi, i marinai
catturano degli albatri, grandi uccelli dei mari,
indolenti compagni di viaggio delle navi
in lieve corsa sugli abissi amari.
L’hanno appena posato sulla tolda
e già il re dell’azzurro, maldestro e vergognoso,
pietosamente accanto a sé strascina
come fossero remi le grandi ali bianche.
Com’è fiacco e sinistro il viaggiatore alato!
E comico e brutto, lui prima così bello!
Chi gli mette una pipa sotto il becco,
chi imita, zoppicando, lo storpio che volava!
Il Poeta è come lui, principe delle nubi
che sta con l’uragano e ride degli arcieri;
esule in terra fra gli scherni, impediscono
che cammini le sue ali di gigante.
“Corrispondenze”
La Natura è un tempio dove incerte parole
mormorano pilastri che son vivi,
una foresta di simboli che l’uomo
attraversa nel raggio dei loro sguardi familiari.
Come echi che a lungo e da lontano
tendono a un’unità profonda e buia
grande come le tenebre o la luce
i suoni rispondono ai colori, i colori ai profumi.
Profumi freschi come la pelle d’un bambino,
vellutati come l’oboe e verdi come i prati,
altri d’una corrotta, trionfante ricchezza
che tende a propagarsi senza fine – così
l’ambra e il muschio, l’incenso e il benzoino
a commentare le dolcezze estreme dello spirito e dei sensi.
“Spleen”
Sullo spirito che geme vittima di lunghe fitte,
E dall'orizzonte di cui abbraccia per intero il cerchio
Ci versa addosso un giorno nero più triste della notte;
Quando la terra si trasforma in una prigione umida,
Dove la Speranza, come un pipistrello,
Va sbattendo sui muri le sue ali timide
E sbatte la testa al marcio soffitto;
Quando la pioggia allunga le sue immense strisce
imita le sbarre di una enorme prigione,
E quando un popolo di infimi e muti ragni
tesse le sue reti al fondo del nostro cervello,
Delle campane all'improvviso battono furiose
E lanciano al cielo un grido terribile,
Come fossero spiriti erranti e senza patria
Che iniziano a gemere senza posa. -
E dei lunghi cortei funebri, senza tamburi né musica,
Sfilano lentamente nell'anima mia; la Speranza,
vinta, piange, e l'Angoscia atroce,
sul mio capo chino pianta la sua bandiera nera.
“L’uomo e il mare”
Uomo libero, amerai sempre il mare!
Il mare è il tuo specchio: tu contempli l’anima tua
nell’infinito muoversi dell’onda
E il tuo spirito non è abisso meno amaro.
Godi nel tuffarti in seno alla tua immagine;
l’abbracci con gli occhi e con le braccia,
e a volte il cuore si distrae dal suo battito
al suon di questo selvaggio ed indomabile lamento.
Discreti e tenebrosi ambedue siete:
uomo, nessuno ha mai sondato il fondo
dei tuoi abissi; nessuno ha conosciuto,
mare, le tue più intime ricchezze,
tanto gelosi siete d’ogni vostro segreto.
Ma da secoli infiniti
senza rimorso né pietà lottate fra voi,
talmente grande è il vostro amore
per la strage e la morte, o lottatori
eterni, o implacabili fratelli!
