Castagne matte in tasca contro il raffreddore: funzionano o è una leggenda?
Quando si parla di rimedi contro il raffreddore, la tradizione popolare è piena di consigli e tra essi spicca la leggenda che invita a usare come scudo delle castagne matte tenute in tasca. Questi frutti, o meglio semi, ormai diffusi anche in Occidente, hanno proprietà uniche. La loro capacità di proteggerci da un indumento rimane discutibile, ma nel mito si cela, forse, un fondo di verità.
Castagne matte e ippocastani
Per indagare sulla leggenda che invita a portare in tasca le castagne matte come protezione contro il raffreddore è necessario evitare confusione. Le castagne matte, o amare o d’India, sono, infatti, i semi dell’ippocastano, che nulla hanno a che vedere con i frutti del castagno, protagonisti delle tavole autunnali. Esse sono grandi, tonde, lucide, tanto gradevoli all’aspetto, quanto tossiche per l’essere umano da ingerire. L’albero che le produce è originario dell’Asia Minore e fu introdotto in Europa a partire dal XVI secolo. Da allora, grazie a una grande resistenza, si è diffuso ovunque. Oggi gli ippocastani sono molto presenti lungo i viali delle città o nei parchi, dove sono utilizzati a scopo ornamentale.
Castagne matte in tasca contro il raffreddore
La leggenda che ritiene le castagne matte portate in tasca capaci di proteggerci contro il raffreddore ha origini lontane, da ricercare all’interno delle comunità contadine. In passato questi semi venivano, infatti, tritati e dati da mangiare ai cavalli, il cui nome è presente anche nel termine ippocastano, per alleviare i sintomi di asma e raffreddore. Le proprietà curative dei semi erano note in Asia da tempo, ma in Europa sono state studiate a partire dal ‘700 e confermate solo nel ‘900. Per l’uomo la presenza di saponine rende, comunque, le castagne matte molto pericolose e alcuni casi di avvelenamento sono stati riportati anche tra gli equini. La loro presunta efficacia è stata, dunque, trasferita nella superstizione.
Cosa c’è di vero?
È chiaro che le castagne matte in tasca possono fare ben poco contro il raffreddore. Esse contengono, però, l’escina, una sostanza molto interessante per vincere la battaglia contro il virus. Questo principio attivo vanta, infatti, proprietà antiinfiammatorie, oltre che vaso-protettrici, un forte potere decongestionante e si dimostra in grado di favorire il drenaggio linfatico. I flavonoidi, presenti in grande quantità nell’ippocastano, sono, poi, un toccasana per il sistema immunitario. Per proteggersi dai malanni di stagione rafforzare quest’ultimo rimane l’unica strategia efficace. Seguire un’alimentazione equilibrata, fare attività fisica moderata e costante e dormire almeno sette ore a notte, aiuta, allora, a costruire una barriera molto più solida.
Portare delle castagne matte in tasca non ci danneggia, ma non può nemmeno fornirci una difesa contro il raffreddore. Gli estratti ottenuti da pianta e semi sono buoni coadiuvanti nel trattamento del malanno, oltre che nella lotta a emorroidi, cellulite e vene varicose, ma non agiscono per contatto. Tra i rimedi della nonna, accanto a eucalipto, limone, zenzero e aloe, rispettivamente balsamici, antisettici e decongestionanti, spunta un nuovo protagonista.
