Cambiamento climatico e salute, il caldo estremo fa sempre più vittime

Il cambiamento climatico rappresenta ormai una minaccia concreta per la salute umana e il numero di vittime che a esso possono essere attribuite appare in crescita. I dati riportati dal The Lancet Countdown in Europe 2024 trasmettono l’immagine di un Vecchio Continente in seria difficoltà, in cui ondate di calore, siccità e incendi hanno un prezzo elevatissimo. L’Italia rientra tra i Paesi più colpiti e intervenire appare d’obbligo.

Quante sono le vittime del cambiamento climatico?
Secondo i dati disponibili ogni anno le vittime di cambiamento climatico e inquinamento sono, nei 53 Paesi nella regione europea dell’OMS, almeno 1.4 milioni. A indagare in modo più preciso sulla questione ci ha pensato, anche nel 2024, The Lancet, che ha delineato le conseguenze del riscaldamento globale sulla salute umana, facendo riferimento a 42 parametri.
Ne è emerso che le morti legate al caldo estremo sono aumentate in Europa in media del 9% tra il 1990 e il 2022. Si tratta di 17 decessi extra ogni 100.000 abitanti. L’incremento tocca quota 11% nella parte meridionale del Continente, in cui rientra anche il nostro Paese, che ha vissuto un moltiplicarsi dei giorni torridi.
Vittime del cambiamento climatico: quali sono i danni causati alla salute umana?
Il continuo aumento del numero di vittime attribuibili al cambiamento climatico mostra, secondo The Lancet, che i progressi in materia di salute umana sono in pericolo. A fare i maggiori danni sono ondate di calore e siccità, che hanno un impatto su diversi ambiti della vita. In Europa nel 2022 ben 60 milioni di persone hanno dovuto fare i conti con l’insicurezza alimentare. 11.9 milioni di individui si sono trovati in tale situazione a causa del riscaldamento globale.
Il caldo estremo rende, per altro, più difficoltoso fare sport e una popolazione meno incline all’attività fisica diventa più vulnerabile a una serie di patologie. Gli incendi, importanti fonti di inquinamento, e lo spostamento del range di azione di zanzare e altri insetti capaci di trasmettere malattie infettive, compromettono ulteriormente il quadro.
Chi sono le prime vittime del cambiamento climatico?
Il cambiamento climatico non colpisce in maniera equa e le vittime sono più numerose tra le fasce più vulnerabili della popolazione, nonché all’interno dei Paesi più svantaggiati. Il riscaldamento globale amplifica, dunque, le disuguaglianze. Le morti per il caldo estremo sono più alte, per esempio, tra le donne. Queste ultime si mostrano, inoltre, più vulnerabili all'insicurezza alimentare.
Molto dipende anche dalla collocazione geografica del Paese in cui si vive. In Europa Meridionale si registra un aumento significativo dei casi di malattie infettive trasmesse dalle zanzare come Dengue e West Nile, mentre nella parte settentrionale del Continente fanno più paura le zecche. L’asimmetria tra responsabilità e impatti appare ovunque evidente.
Perché il numero di vittime del cambiamento climatico non continui a salire è necessario che l’umanità si impegni per rispettare i limiti fissati nel Paris Agreement. Anche se la maggior parte degli europei sembra consapevole della minaccia rappresentata dal riscaldamento globale i parlamenti hanno dedicato all’impatto che questo ha sulla salute umana solo lo 0.1% delle sedute nel 2022. Secondo i ricercatori ciò rappresenta la prova che l’impegno per mitigare i danni è al momento insufficiente.
Le informazioni contenute in questo articolo sono da intendersi a puro scopo informativo e divulgativo e non devono essere intese in alcun modo come diagnosi, prognosi o terapie da sostituirsi a quelle farmacologiche eventualmente in atto. In nessun caso sostituiscono la consulenza medica specialistica. L’autore ed il sito declinano ogni responsabilità.
