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Calcestruzzo, plastica riciclata e raggi gamma: il futuro delle costruzioni secondo il MIT

Calcestruzzo, plastica riciclata e raggi gamma: il futuro delle costruzioni secondo il MIT

Rinforzare il calcestruzzo utilizzando plastica riciclata bombardata dai raggi gamma è l’idea del MIT per il futuro dell’edilizia ecosostenibile.

Calcestruzzo, plastica riciclata e raggi gamma? No, non è l’inizio di un fumetto, ma la possibile soluzione a due problemi: il riciclo della plastica e la riduzione delle emissioni per la produzione di calcestruzzo di minore qualità. Ecco il frutto di una ricerca di alcuni studiosi del MIT (Massachusset Institute of Technology) che potrebbe dare una svolta ecologica al settore edilizio.

Quando vincono tutti

Il calcestruzzo, dopo l’acqua, è il materiale più utilizzato al mondo e la sua produzione è responsabile di ben il 4.5% delle emissioni globali, nonché della messa a rischio di diverse risorse naturali. Anche i dati sulla plastica fanno venire i brividi: l’uomo nella sua storia ha prodotto ben 8.3 miliardi di tonnellate di plastica di cui 6.3 tonnellate ormai sono spazzatura. La proposta del MIT potrebbe essere la soluzione capace di ridurre l’impatto ambientale della produzione del calcestruzzo e trovare un utilizzo su larga scala alla plastica riciclata.

Gli studiosi del MIT avevano ipotizzato che mischiando dei fiocchi di plastica riciclata nell’impasto del calcestruzzo, quest’ultimo avrebbe ottenuto migliori proprietà fisiche, ma il risultato fu deludente. Ma gli scienziati non demorsero e trovarono che bombardando con dei raggi gamma a bassa radioattività i fiocchi di plastica riciclata e poi polverizzarla, questa cristallizzava, divenendo perfettamente assimilabile dal calcestruzzo. La nuova miscela di calcestruzzo ha dimostrato proprietà incredibili: come un’aumentata resistenza e flessibilità. Questa scoperta potrebbe rivoluzionare il mondo delle costruzioni, infatti l’adozione su larga scala di questa tecnologia comporterebbe un impatto ambientale di gran lunga inferiore rispetto a quello attuale, nonché la disponibilità di materiali dalle caratteristiche migliori. Quindi, se ormai possiamo dare per assodato l’adagio «l’uomo è la causa del suo male», studi come questo riaccendono la nostra speranza per un futuro più sostenibile in cui non sarà nemmeno necessario rinunciare alla qualità della nostra vita.

Fonti: news.mit.edu - inhabitat.com - gizmodo.com


Fabrizio Inverardi
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Chitarrista, motociclista, da sempre appassionato di scienza, tecnica e natura. Sono laureato in Psicologia del Lavoro e della Comunicazione. Curioso per natura amo i viaggi, il buon vino e scoprire cose nuove. Da qualche anno nel settore del marketing digitale e della comunicazione.
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