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I cacciatori di nuvole peruviani

I cacciatori di nuvole peruviani

In Perù i cacciatori di nuvole danno acqua potabile in una regione dove circa 10 milioni di persone non ne hanno accesso. Nessuno dispone di acqua potabile per uso domestico ma con delle reti cattura nuvole le cose potrebbero cambiare.

Il Perù non è il primo paese ad adottare una soluzione di questo genere: basti pensare al Marocco, dove le creste di diversi monti sono decorate con ampie reti tese tra due pali, maglie finissime sufficienti a intrappolare microscopiche gocce d’acqua. Nel Sud America si sta cercando di fare lo stesso, grazie ad una nuova professione, quella dei cacciatori di nuvole.

Peruvians without water

L’associazione Peruviani senza acqua si è fatta carico del problema e dal 2005 cerca soluzioni affinché la propria gente non debba soffrire la sete. Il punto era riuscire a creare una soluzione che avesse diverse caratteristiche ben precise: non doveva dipendere dall’elettricità, doveva essere economica e di facile realizzazione, ma soprattutto era necessario poterla collocare sulle superfici più disparate, vista la natura irregolare del Perù.

Da questi presupposti l’idea dei fog catchers, strutture composte da una rete di nylon finissima tra le cui maglie il vento spinge microscopiche particelle d’acqua della nebbia, o delle nuvole. Questa azione rende possibile la condensazione delle goccioline che pian piano si accumulano in gocce di dimensione sempre maggiore, al punto che la gravità poi le fa scivolare lungo la rete fino ad un contenitore che raccoglie tutta l’acqua prodotta. Vi abbiamo già raccontato di un sistema simile ma più complesso in questo articolo.

A vele spiegate

Queste vele retate rimangono spiegate vicino a diversi villaggi e raccolgono acqua in una singola riserva, a cui poi gli abitanti possono accedere. Fino ad oggi sono 14 i progetti attivati dall’associazione in tutto il Paese e si calcola che siano circa 180 le famiglie che riescono a beneficiare di questi sistemi.

Dalle 20.000 alle 30.000 persone stanno raccogliendo i frutti di questo lavoro in tutto il Perù, stiamo parlando di 200-300 litri di acqua al giorno da una singola rete, perfetta così com’è per l’irrigazione dei campi o per dissetare gli animali, per cucinare o curare gli orti familiari. Il prossimo passo sarà quello di installare alcuni filtri in modo da adattare quest’acqua anche al consumo umano.

È questo il vero piano a lungo termine, riuscire a portare acqua bevibile a quelle famiglie che ancora oggi soffrono la sete, tanto più quando sono circondate da quella nebbia e quelle nuvole che ricordano come una risorsa così importante sia spesso letteralmente a portata di mano.

Fonti: baynature.org (Dan Fernandez) - thefuturelaboratory.com (Fog Point Vodka by Hangar 1 Vodka and FogQuest, San Francisco)


Matteo Buonanno Seves
Matteo Buonanno Seves
Scopri di più
Un giovane laureato in Scienze Gastronomiche con la passione per il giornalismo e il mai noioso mondo del cibo, perennemente impegnato nel tentativo di schivare le solite ricette e recensioni in favore di qualcosa di più originale.
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