Biodiversità, in Italia ogni anno 200 specie aliene minacciano gli ecosistemi

Quando si parla di specie aliene si fa riferimento a piante e animali che colonizzano territori prima a loro estranei. Il processo non è di per sé negativo ma può innescare dinamiche pericolose, che minano la stabilità degli ecosistemi. In Italia ciò succede fin troppo spesso e secondo gli esperti intervenire è una priorità. I progetti di salvaguardia delle specie autoctone non mancano ma appare necessario fare di più.

Cosa si intende per specie aliene?
Le specie aliene sono una minaccia per l’integrità degli ecosistemi. Quando piante e animali spostano il proprio range di azione, infatti, gli equilibri naturali finiscono per essere messi in pericolo e oggi questo succede più spesso. Cambiamento climatico e globalizzazione influenzano, infatti, gli ambienti in modo spesso imprevedibile.
Quando una specie animale colonizza un nuovo territorio, allora, per esempio, deve nutrirsi ed entra in competizione con la fauna autoctona. Il rischio è, per altro, che gli ultimi arrivati non trovino predatori naturali nel nuovo habitat e che, quindi, alterino le dinamiche delle catene trofiche.
Quante specie aliene esistono in Italia?
In Italia le specie aliene stanno trovando terreno particolarmente fertile. Secondo i dati ISPRA nel nostro Paese sono già state introdotte oltre 3.500 specie invasive. In base alle indagini condotte da Associazione Nazionale dei consorzi di gestione e tutela del territorio e delle acque irrigue (Anbi), poi, ne entrano in azione almeno altre 200 all’anno.
Ad apparire particolarmente critica è la situazione dei bacini idrici locali, dove le specie invasive colonizzano ampie aree, con perdite importanti che si ripercuotono sull’economia. Senza opportuni interventi il quadro appare destinato a peggiorare. L’Associazione ha quindi insistito sulla necessità di promuovere un utilizzo sostenibile del suolo che passi da pratiche agricole green.
Combattere le specie aliene: alcuni esempi
In Italia i progetti nati per combattere la diffusione delle specie aliene sono diversi. In Emilia Romagna, per esempio, il Consorzio di bonifica di Piacenza è parte attiva del progetto Life Claw.
Tale iniziativa dell’Unione Europea mira alla salvaguardia del gambero d’acqua dolce autoctono a scapito del Procambarus clarkii, noto come gambero della Louisiana o gambero killer. Tale specie è stata importata dal Nord America negli anni 70 a scopo alimentare ma oggi è ormai fuori controllo. Bee2gether, in Liguria, mira invece a tutelare le api solitarie, di cui si sa ancora molto poco.
Massimo Gargano, direttore generale di Anbi, ha sottolineato che per combattere le specie aliene invasive è necessario un approccio multifunzionale che metta il patrimonio naturale del nostro Paese al centro del lavoro. Nel mondo il quadro non è diverso dato che l’uomo ha spostato il range di azione di oltre 37.000 specie.
