inNaturale
Home
>
Batteria a gravità, il nuovo modo pulito per immagazzinare energia

Batteria a gravità, il nuovo modo pulito per immagazzinare energia

La prima batteria a gravità verrà costruita in India. Invece di sistemi costosi e inquinanti il sistema è semplice, economico, efficiente e utilizza materiali riciclati.

La prima batteria a gravità sarà costruita in India su ordine del gigante dell’energia indiano Tata Power. L’idea di una «batteria» che sfrutta la forza di gravità per produrre energia pulita arriva dalla startup svizzero-americana Energy Vault e potrebbe cambiare radicalmente il modo in cui immagazzineremo l’energia in futuro.

Batteria a gravità: semplice, economica e pulita

Quando una centrale solare o eolica produce più energia del necessario per via di una giornata particolarmente assolata o ventosa, l’energia elettrica in eccesso viene immagazzinata in grandi batterie per permettere di dispensare l’energia quando la centrale non è operativa. Il grande limite di una centrale solare, ad esempio, è che non può produrre energia di notte e se vogliamo accendere una lampadina al buio abbiamo bisogno di fare affidamento sulle batterie.

Grazie ai progressi fatti nel campo, oggi le batterie sono sempre più efficienti ma conservano tuttavia qualche problema: occupano spazio e si basano su principi chimici richiedendo spesso materiali inquinanti e costosi per la loro costruzione. La batteria a gravità invece è costruita con materiali riciclati che arrivano dalla discarica e, soprattutto, si basa su principi fisici. Secondo i costruttori, una batteria di questo tipo può risultare fino all’80% più economica di un sistema tradizionale.

Come funziona la batteria a gravità

Il sistema è semplice e si basa su un principio simile a quello delle centrale idroelettriche ma… senza acqua. Le centrali idroelettriche pompano acqua a monte durante i periodi di grande produzione per poter avere nuovamente acqua a disposizione quando serve. Allo stesso modo la batteria a gravità possiede dei grossi massi di cemento e materiali riciclati da 35 tonnellate l’uno che vengono innalzati e sospesi in aria da un sistema di cavi e carrucole durante i periodi di eccesso di produzione.

La torre può arrivare fino ad un’altezza di 120 metri. I blocchi innalzati in questo modo funzionano di fatto come un magazzino sospeso di energia. Quando il sistema richiede energia perché la centrale non è in grado di soddisfare la richiesta, un software controlla il rilascio e la discesa dei blocchi di cemento. Il moto in discesa carica un generatore e quindi è in grado di fornire esattamente la quantità di elettricità necessaria.

Un primo prototipo di batteria a gravità dell’altezza di 22 metri è attualmente in funzione in Svizzera presso la sede di Energy Vault ma l’indiana Tata ha ordinato una torre da 120 metri per sfruttare il sistema al massimo. Forse al momento non saranno ancora bellissime da vedere, eppure un sistema così semplice potrebbe rappresentare una svolta decisiva nell’inseguimento dell’energia totalmente pulita.


denis venturi
Denis Venturi
Scopri di più
Laureato in Scienze Politiche e Comunicazione Pubblica, ha lavorato in radio e nel tempo libero si dedica alla scrittura creativa. Da sempre appassionato di cultura, scienza e tecnologia è costantemente a caccia di nuove curiosità in grado di cambiare il mondo in cui viviamo.
Scopri di più
Laureato in Scienze Politiche e Comunicazione Pubblica, ha lavorato in radio e nel tempo libero si dedica alla scrittura creativa. Da sempre appassionato di cultura, scienza e tecnologia è costantemente a caccia di nuove curiosità in grado di cambiare il mondo in cui viviamo.
Iscriviti alla newsletter
Resta aggiornato sulle ultime novità editoriali, i prodotti e le offerte