inNaturale
Home
>
Alimentazione buddista, tra credenze e realtà

Alimentazione buddista, tra credenze e realtà

Partendo dalle origini e arrivando ai giorni nostri, scopriamo insieme come vive il cibo chi ha deciso di raggiungere l’Illuminazione grazie all’aiuto della propria mente. Ecco in cosa consiste l'alimentazione buddista.

Nel buddismo, così come in ogni religione e realtà, il cibo ha la sua importanza: d’altronde il suo fondatore, il Buddha Sakyamuni, viene spesso e volentieri figurato con una ciotola nella mano sinistra, in questo caso a rappresentare un’alimentazione moderata ed essenziale. La maggior parte di noi, inoltre, è convinta che l’alimentazione buddista sia di stampo vegetariano: la realtà è ben diversa o, perlomeno, non univoca come si potrebbe pensare.

Rinuncia ed equilibrio come linee guida

Partiamo da un concetto base del credo buddista, la rinuncia: fondamentale per comprendere meglio cosa rappresenti il cibo per i seguaci di tale religione. La rinuncia deve far parte della vita quotidiana, dev’essere il mezzo con il quale riuscire ad ottenere una vita serena, perché è solo senza l’attaccamento morboso verso qualcosa (o qualcuno) che si riescono ad evitare, o perlomeno superare, le sofferenze quotidiane.

Il discorso ovviamente non cambia se entriamo nell’ambito alimentare. Pranzi sfarzosi o eccessiva ingordigia non fanno parte del vocabolario zen. Ed è qui che entra in gioco l’equilibrio, verso cui tutti dovremmo tendere. Essere equilibrati nella società di oggi, dov’è comune passare da un eccesso all’altro, non è facile o perlomeno non è istintivo, proprio per questo arriva in nostro aiuto la mente, uno strumento che tutti noi, buddisti o meno, dovremmo allenare con la meditazione. Provare per credere!

Vegetariani si o no?

Tra le regole dell’ordine monastico un tempo vi era mangiare solo le offerte ricevute all’interno della propria ciotola, dunque se in essa vi era della carne, allora beh, non era necessario rinunciarvi. Anzi, era bene portare al monastero il dono ricevuto, dimostrando di esserne grati e, dopo essersi accertati che l’animale in questione non fosse stato ucciso apposta per sé, decidere se consumarlo o meno, a propria discrezione. Prima di assumerlo, però, pregare e benedire sia i donatori che l’animale era un passaggio obbligato per allontanare le influenze negative.

Insomma è proprio da questa usanza che nasce la possibilità, ancora oggi, di fruire o meno delle proteine animali: il Buddha non vietò mai la carne ufficialmente, ma ovviamente rinunciarvi significa vivere senza sacrificare nessun altro essere ma anzi salvare, nel corso di un’esistenza intera, innumerevoli creature innocenti: un gesto sicuramente gradito e totalmente positivo.

Nel lontano Tibet

Linee guida generali promuovono un frequente consumo di cereali, legumi, ortaggi e frutta; esistono tuttavia diverse realtà e non tutte permettono di seguire la stessa alimentazione: vuoi per salute, vuoi per le condizioni climatiche, per questo i buddisti sparsi in tutto il Mondo seguono diete differenti. Portiamo l’esempio del Tibet, dove, con un’altitudine media di 4.900 metri, l’alimento base è l’orzo consumato anche come farina, poiché in grado di sopravvivere ad un clima piuttosto rigido.

La maggior parte dei buddisti, in occidente, segue una dieta vegetariana, specie durante la celebrazione del Vesak, la festa in onore del Buddha Sakyamuni. Non solo, i più inflessibili rinunciano anche ai prodotti di origine animale, come latte e uova, o ancora alle cinque spezie - aglio, cipolla, erba cipollina, scalogno e porro - per il timore che il forte sapore e odore possano stimolare eccessivamente i loro sensi. Che si mangi o meno la carne, una cosa è certa: ciò che conta davvero è come si cucina. Che si abiti in Oriente o a Occidente nutrirsi rimane un gesto d’amore. Farlo con le giuste accortezze e la buona dose di spiritualità gioverà a noi e a chi ci sta intorno.

Fonti: buddhismo - wikipedia - ilcerchiodellavitao.


Allegra Germani
Scopri di più
Allegra di nome e di fatto, ho 22 anni, studio Scienze Gastronomiche e non so ancora cosa fare della mia vita se non girare il mondo per riempirmi gli occhi e la bocca di cose buone.
Scopri di più
Allegra di nome e di fatto, ho 22 anni, studio Scienze Gastronomiche e non so ancora cosa fare della mia vita se non girare il mondo per riempirmi gli occhi e la bocca di cose buone.
Iscriviti alla newsletter
Resta aggiornato sulle ultime novità editoriali, i prodotti e le offerte