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Al vino italiano serve qualità, non quantità

Al vino italiano serve qualità, non quantità

Il vino italiano ha bisogno di qualità, non di quantità. Lo sostiene l’AD di Ornellaia che invita gli imprenditori vitivinicoli in Italia a studiare filosofia.

Il futuro del vino italiano? La qualità, non la quantità! Questo il pensiero espresso da Giovanni Geddes da Filicaja amministratore delegato di Ornellaia, una delle realtà produttive italiane più note e apprezzate al mondo. In occasione del lancio di un libro celebrativo per il trentennale della Tenuta di Bolgheri. Secondo l’AD, agli imprenditori italiani del settore serve studiare filosofia per uscire dalla logica della massificazione del prodotto.

Nella filosofia il segreto del successo del vino italiano

Imparare dalla filosofia il valore del brand e del prodotto, questo il punto espresso. Il vino italiano non può muoversi su logiche quantitative ma ricercare la sua ragion d’essere nella valorizzazione della sua essenza, così come del territorio nel quale è inserito e dal quale trae la sua origine e le sue qualità. Non è immaginabile per un prodotto come il vino italiano, in tutte le sue meravigliose declinazioni, trovare un futuro che segua una logica di massificazione. Processi che alla rincorsa della quantità, perdono di vista l’anima di un prodotto per il quale, questa, rappresenta il vero valore aggiunto.

La filosofia, secondo Geddes, è la chiave per riscoprire l’essenza della produzione vitivinicola nostrana. La perfezione tecnica, deve diventare emanazione del pensiero generativo alla base del vino italiano. Non semplice mezzo per raggiungere un obiettivo produttivo. La Francia con la sua centenaria cultura enologica insegna, ottenendo sul mercato uno posizione di privilegio proprio grazie al valore associato ai suoi prodotti. Il futuro del vino italiano deve seguire la stessa strada: gli imprenditori dovrebbero mandare i figli a studiare filosofia per ristrutturare l’essenza dei brand e poi affidare a dei professionisti di prim’ordine la cura degli aspetti tecnici. In sintesi, per il futuro, al vino italiano serve comprendere la sottile arte di far giungere al giusto equilibrio cuore e cervello.

Fonti: Il Sole 24 Ore


Fabrizio Inverardi
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Chitarrista, motociclista, da sempre appassionato di scienza, tecnica e natura. Sono laureato in Psicologia del Lavoro e della Comunicazione. Curioso per natura amo i viaggi, il buon vino e scoprire cose nuove. Da qualche anno nel settore del marketing digitale e della comunicazione.
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Chitarrista, motociclista, da sempre appassionato di scienza, tecnica e natura. Sono laureato in Psicologia del Lavoro e della Comunicazione. Curioso per natura amo i viaggi, il buon vino e scoprire cose nuove. Da qualche anno nel settore del marketing digitale e della comunicazione.
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