2050 di disastri ambientali: gli scenari degli esperti fanno paura
È evidente che il cambiamento climatico rappresenta una problematica globale. Le previsioni di un 2050 di disastri ambientali sono sempre più frequenti e gli scenari allarmanti sono più di uno. I dati raccolti dal Met Office confermano questa tendenza e la preoccupazione nel Regno Unito è altissima. Estati e inverni potrebbero non essere più quelli finora conosciuti e i margini di intervento sono sempre più stretti.
Estati torride:
Secondo le proiezioni del Met Office il Regno Unito potrebbe trovarsi di fronte a un 2050 di disastri ambientali. Le estati diverranno calde e aride, con ondate di calore senza precedenti, intervallate da pericolosi acquazzoni. Le temperature varieranno da zona a zona, ma toccheranno i 36 °C a Bristol e i 31.4 a Glasgow. Il clima diventerà, poi, sempre più tropicale, con notti che non scenderanno sotto i 20 °C. Vivere senza condizionatore diventerà quindi proibitivo e, in un perfetto circolo vizioso, questo non farà che aumentare le emissioni. Le colture saranno poi messe a dura prova, come il bestiame, destinato a produrre meno latte e a essere più vulnerabile.
Inverni piovosi:
A caratterizzare il clima del 2050 di disastri ambientali prospettato dal Met Office saranno anche gli inverni. Questi diventeranno meno rigidi e molto più umidi. Le precipitazioni potrebbero, infatti, aumentare di 10 volte e rivelarsi incredibilmente violente. Il pericolo di inondazioni è dunque destinato a crescere e argini dei fiumi, sistemi di drenaggio urbani e coste saranno costantemente sotto pressione. Le famiglie a rischio alluvione raddoppieranno, arrivando a 2 milioni. A risentirne saranno anche i monumenti. Il National Trust ha dichiarato che entro il 2060 il 70% dei siti sarà a rischio. Lo stesso varrà per altri luoghi iconici, fra cui la Strada del Gigante in Irlanda del Nord.
Intervenire:
Perché un 2050 di disastri ambientali non diventi concreto sono necessari rapidi provvedimenti. Senza interventi sulle emissioni le temperature saliranno di 1.7 °C. Con azioni significative l’aumento potrebbe attestarsi intorno a 1.3 °C, ma anche questo potrebbe non bastare. Rowan Sutton del National Centre for Atmospheric Science ha spiegato che probabilmente nessun intervento avrà grandi effetti sul clima del 2050. Gran parte del cambiamento è, infatti, già in atto, ma è ancora possibile impedire che la situazione precipiti in seguito. Il punto di non ritorno è, secondo gli scienziati, identificabile con la fine del secolo. Allora l’impatto del riscaldamento globale sarà del tutto evidente e aspetti come l’innalzamento del livello dei mari non saranno più trascurabili.
Un 2050 di disastri ambientali potrebbe oggi apparirci inverosimile. Nel 2007 le previsioni del Met Office sull’estate del 2020 non ebbero miglior fortuna. I fatti si sono, però rivelati molto peggiori delle proiezioni e non commettere lo stesso errore ora è vitale. La scienza ci ha lanciato tutti i necessari avvertimenti. Fingere di non capire non sembra poi una grande strategia.
Raccontare e spiegare cibo, sostenibilità, natura e salute. Un obiettivo più facile a dirsi che a farsi, ma nella redazione di inNaturale non sono queste le sfide che scoraggiano. Siamo un gruppo di giovani affiatati in cerca del servizio perfetto, pronti a raccontarvi le ultime novità e le storie più particolari.
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