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Whisky scozzese: produzione a rischio per la crisi climatica

Whisky scozzese: produzione a rischio per la crisi climatica

Siccità e temperature alle stelle, tra i tanti effetti della crisi climatica anche i rischi per dell’iconico whisky scozzese

Per gli amanti dello scotch e del whisky tipicamente scozzese si preannunciano tempi duri. Il lungo braccio della crisi climatica e i suoi effetti globali potrebbero infatti non risparmiare nemmeno l’iconico whisky che arriva dalla Scozia. Tra periodi di siccità sempre più lunghi e frequenti e temperature inusualmente alte per la parte settentrionale delle isole britanniche, il rischio è che la produzione di whisky scozzese possa venire seriamente compromessa nei prossimi decenni.

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@envatoelements

Siccità e calore: i rischi per il whisky scozzese

Per produrre un litro di whisky servono fino a 47 litri di acqua. Ogni anno le distillerie scozzesi utilizzano qualcosa come 61 miliardi di litri d’acqua per la sola produzione di whisky e scotch. Eppure negli ultimi anni gli effetti della crisi climatica si sono fatti sentire anche in Scozia con periodi di siccità e di carenza di disponibilità d’acqua sempre più lunghi e frequenti che potrebbero mettere in seria difficoltà i produttori di distillati. Se la situazione si preannuncia dura nei prossimi decenni, i primi effetti già di sono fatti sentire, ad esempio nel 2018 diverse distillerie hanno dovuto sospendere la produzione nei mesi estivi proprio per carenza di acqua.

Ma la carenza d’acqua non è l’unico problema che la crisi climatica mette sul piatto della produzione di whisky. Sempre prendendo ad esempio uno degli anni “neri” per il whisky scozzese, la produzione di orzo nel 2018 nel Regno Unito è diminuita di circa l’8% a causa delle inusuali ondate di calore. La produzione del whisky scozzese richiedere circa 800mila tonnellate di orzo. Secondo un rapporto dell’University College di Londra che ha analizzato l’impatto della crisi climatica per il whisky scozzese, la situazione potrà solo peggiorare in futuro con carenza non solo dell’acqua ma anche dei cereali necessari alla produzione.

La crisi climatica potrebbe cambiare anche il sapore

Ma la quantità (inferiore) di whisky prodotto potrebbe non essere l’unica preoccupazione per la Scozia. Le varie fasi di produzione del whisky scozzese come la maltazione, la fermentazione e la distillazione sono state sviluppate e adattate al clima tipicamente marittimo e temperato del nord delle isole britanniche nel corso di almeno 500 anni.

Proprio questo clima specifico, e le tecniche sviluppate per sfruttarlo, hanno contribuito a creare il profilo aromatico che contraddistingue il whisky scozzese e lo rende particolarmente apprezzato nel mondo. Tuttavia l’aumento costante delle temperature, sia dell’aria che dell’acqua, e il cambio nei livelli di umidità, rappresenteranno una ulteriore sfida per le distillerie tradizionali che potrebbero veder modificato anche il sapore stesso del whisky.


denis venturi
Denis Venturi
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Laureato in Scienze Politiche e Comunicazione Pubblica, ha lavorato in radio e nel tempo libero si dedica alla scrittura creativa. Da sempre appassionato di cultura, scienza e tecnologia è costantemente a caccia di nuove curiosità in grado di cambiare il mondo in cui viviamo.
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