Unione Europea: in arrivo un piano contro il fast fashion, la moda usa e getta

Cambiare maglione, pantaloni e giacca ogni stagione? Essere costantemente “alla moda” può magari far vincere in qualche gara di popolarità ma ha dei costi enormi per il nostro pianeta. È la piaga del fast fashion, la moda usa e getta. Nella sola Europa ogni cittadino mediamente getta via circa 11kg di vestiti all’anno, per non parlare degli invenduti che spesso finiscono per riempire le discariche abusive in qualche remoto deserto. Ma l’Unione Europea avrebbe in programma un serio giro di vite per tentare di contenere gli effetti più evidenti del fast fashion entro il 2030.

L’impatto del fast fashion nell’Unione Europa
L’impatto del fast fashion sull’ambiente è notevole. Si calcola che l’industria dell’abbigliamento sia la quarta produttrice di emissioni di gas serra dopo l’industria alimentare, l’edilizia e i trasporti. Nella sola Unione Europea quasi il 75% degli indumenti viene importato con i conseguenti costi in termini di trasporto. E questo avviene prima di considerare l’impatto provocato dai vestiti dismessi o invenduti. Nei 27 paesi dell’Unione Europea il costo delle importazioni ammonta a circa 80 miliardi di euro.
Il nuovo piano dell’Ue contro la moda usa e getta
Ma la situazione potrebbe cambiare in futuro. La Commissione europea, il braccio esecutivo dell’Unione, ha annunciato infatti di aver messo in cantiere un piano d’intervento contro gli effetti del fast fashion. I dettagli sono ancora in via di definizione ma la Commissione fa sapere di stare pensando a nuove regole che potrebbero, tra le altre, richiedere un quantitativo minimo di fibre riciclate all’interno dei tessuti fino al divieto per i produttori di smaltire in discarica gli invenduti. Secondo il commissario per l'ambiente dell'Ue, Virginijus Sinkevičius "i tessuti immessi sul mercato dell'Unione Europea dovrebbero essere longevi e riciclabili, realizzati in larga misura da fibre riciclate". Insomma un vero e proprio giro di vite contro la moda usa e getta.
Nuove regole entro il 2030
Negli obiettivi dell’Unione Europea le nuove normative contro il fast fashion dovrebbero vedere la luce entro il 2030. Il cambiamento e l’introduzione di nuove regolamentazioni potrebbe avere un serio impatto sulle importazioni e sull’intero settore che, per contenere i prezzi, produce i vestiti usa e getta in paesi in via di sviluppo, spesso sfruttando i lavoratori. Tra gli obiettivi della Commissione anche quello di spostare la mentalità del consumatore dall’“usa e getta” a quella del riutilizzo e del riciclo. Ma per questo serve anche un cambio di atteggiamento da parte dell’industria dell’abbigliamento per rendere la sua economia più circolare.
