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Unilever pensa ad una nuova etichetta con le emissioni di CO2 di ogni alimento

Unilever pensa ad una nuova etichetta con le emissioni di CO2 di ogni alimento

In una spinta per un consumo consapevole Unilever punta ad una etichetta nuova composizione che metta in chiaro le emissioni di carbonio.

Una nuova etichetta alimentare più “green” che metta in chiaro quali sono le emissioni di carbonio di ogni alimento. È l’idea di Unilever, tra le più grandi aziende alimentari e di beni di consumo al mondo. L’azienda potrebbe essere la prima a scegliere di esporre sulle confezioni quanto la produzione di ogni alimento impatta sull’ambiente.

etichetta emissioni

Emissioni di CO2 sull’etichetta alimentare

Unilever conta oltre 75.000 mila prodotti sul mercato e diversi marchi noti anche in Italia. Secondo quanto dichiarato recentemente, l’azienda punta a misurare l’impatto ambientale e le emissioni per almeno 30.000 dei suoi prodotti entro i prossimi sei mesi. Sull’etichetta finiranno quindi le emissioni di ogni singolo alimento in modo da permettere al consumatore di avere un’idea precisa di quanto è impattante ogni sua scelta. Secondo i piani, l’etichetta con le emissioni sarà testata inizialmente su circa 24 prodotti tra Europa e Nord America. Potremmo già vedere la nuova iniziativa nei supermercati a partire dal 2022.

Le ripercussioni sul settore alimentare

Unilever sarebbe il primo attore di rilievo a scegliere volontariamente di dare una svolta “green” ai propri prodotti mettendo in evidenza l’impatto di ogni alimento. Una etichetta con emissioni chiaramente indicate potrebbe stimolare anche altre aziende del settore a seguire l’esempio. Proprio questo sarebbe l’obiettivo. Secondo quanto dichiarato da Mark Engel, responsabile globale della catena di approvvigionamento di Unilever, al quotidiano britannico The Independent, l’azienda spera: “di trasformare le azioni dei consumatori e di migliaia di aziende delle catena”.

I rischi di un’etichettatura selvaggia

Non sono mancate tuttavia le critiche all’iniziativa. Se è vero che esporre in etichetta le emissioni di CO2 potrebbe rendere i consumatori più consapevoli, il rischio è anche quello di generare una vera e propria “giungla” di etichette. In assenza di regolamenti o direttive, ogni azienda sarebbe libera di creare il proprio standard finendo per confondere il consumatore invece che aiutarlo. Le nuove etichette a “semaforo” inoltre non piacciono necessariamente a tutti. Secondo diversi produttori potrebbero risultare semplicistiche e fuorvianti al momento della scelta al supermercato. Inoltre, una vera etichetta “green” con solo le emissioni di carbonio finirebbe per trascurare altri elementi fondamentali come il consumo idrico o l’impatto sulla biodiversità.


REDAZIONE
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