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Una tassa sul gas emesso dagli allevamenti: l’idea della Nuova Zelanda

Una tassa sul gas emesso dagli allevamenti: l’idea della Nuova Zelanda

La Nuova Zelanda è pronta a fronteggiare la crisi climatica con una tassa sul gas emesso dagli allevamenti e le polemiche non mancano

Per la Nuova Zelanda affrontare la crisi climatica è una priorità e il governo ha deciso di imporre una tassa sul gas emesso dagli allevamenti. In questa nazione l’attività costituisce un settore di punta e il provvedimento appare tanto all’avanguardia, quanto singolare. Chi possiede capi di bestiame dovrà, infatti, pagare per le flatulenze di mucche e pecore, nonché per i liquami a essi connessi e le proteste sono accese.

tassa gas allevamenti
Foto: Matias Zomer @Pexels

Una tassa sul gas emesso dagli allevamenti

Il governo della Nuova Zelanda è pronto a imporre una tassa sul gas emesso dagli allevamenti. Il provvedimento mira a ridurre le emissioni di metano e biossido di azoto, capaci di influire sul cambiamento climatico in modo significativo. Per quanto essi rimangano meno in atmosfera rispetto alla CO2 il loro potere riscaldante è infatti, elevato. A essere tassati saranno, dunque, i gas risultanti dalle flatulenze che seguono la fermentazione enterica e l’azoto contenuto nei liquami non sotterrati. L’entità delle somme dovute sarà stabilita in base a delle autodichiarazioni delle aziende e sarà direttamente proporzionale all’impatto di queste ultime sull’ambiente. Il denaro raccolto verrà reinvestito nella ricerca su nuove tecnologie che possano rendere il settore più sostenibile.

Perché la nuova tassa?

La nuova tassa sul gas emesso dagli allevamenti che la Nuova Zelanda sta valutando dovrebbe diventare un provvedimento chiave nella lotta alla crisi climatica. Il Paese è al momento responsabile solo dello 0.17% delle emissioni prodotte a livello globale e ottiene già l’82% della propria elettricità da fonti rinnovabili. Ai capi di bestiame, che sono 7 volte più numerosi degli abitanti bipedi, è, però, connessa la metà delle emissioni di gas serra della nazione. Il governo mira, dunque, a ridurre del 10% il metano rilasciato per il 2030 e portare il calo al 24% entro il 2050. La premier Jacinda Ardern ha dichiarato che l’obiettivo è rendere gli allevatori della Nuova Zelanda i migliori del e per il mondo.

Le proteste

A non gradire i piani sulla nuova possibile tassa sul gas emesso dagli allevamenti sono gli addetti ai lavori. Essi, che stanno attivamente protestando, affermano, infatti, che un simile provvedimento costituirebbe un colpo al cuore per le realtà rurali e, soprattutto, per l’intera economia neozelandese. Il settore è in cima alla lista degli export del Paese e può vantare un fatturato di 50 miliardi di dollari. Gli attivisti denunciano, poi che le difficoltà maggiori saranno avvertite dai Maori, che sul bestiame basano gran parte del loro sostentamento. Il timore maggiore è che il provvedimento finisca solo per spostare gli allevamenti in Paesi meno rispettosi del clima, con danni, quindi, economici, sociali e ambientali.

Nei progetti del governo l’impegno per il clima non dovrebbe penalizzare il settore. L’idea è, infatti, che i consumatori si mostrino pronti a pagare di più per senso di responsabilità. La nuova tassa sul gas emesso dagli allevamenti non entrerà, comunque, in vigore prima del 2025 e sono previsti incentivi per chi si rende protagonista di comportamenti virtuosi.


Alice Facchini
Alice Facchini
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Laureata in Filosofia, credo fermamente che ogni sfaccettatura del sapere umano meriti di essere inseguita. Amo la lettura, gli animali e la natura e penso che solo continuando a farsi domande sia possibile mantenere uno sguardo vigile sul mondo.
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Laureata in Filosofia, credo fermamente che ogni sfaccettatura del sapere umano meriti di essere inseguita. Amo la lettura, gli animali e la natura e penso che solo continuando a farsi domande sia possibile mantenere uno sguardo vigile sul mondo.
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