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Un viaggio in Antartide non è una buona idea, così il turismo rovina i ghiacci

Un viaggio in Antartide non è una buona idea, così il turismo rovina i ghiacci

La prospettiva di un viaggio in Antartide alletta chiunque, ma vedere come il turismo sta distruggendo il continente rende il tutto meno affascinante.

Un viaggio in Antartide è un sogno per molti, ma guardare all’impatto che il turismo sta avendo sul continente suona un brusco risveglio. Un recente studio pubblicato in Nature Communications ha infatti dimostrato che le visite di viaggiatori e scienziati sono una minaccia per i ghiacci. Ora capire come tutelare il territorio è una priorità, ma la strada appare in salita.

turismo Antartide

Antartide e uomo

L’Antartide dovrebbe essere uno dei pochi luoghi rimasti incontaminati del pianeta, ma questo è vero solo in parte. Per quanto il continente sia protetto da una “barriera” di venti polari, infatti, tracce di micro e nanoplastiche o di altri inquinanti provenienti dalle alte latitudini sono state trovate anche in questi territori selvaggi. A fare paura è, poi, il costante flusso di viaggiatori che raggiungono ormai l’Antartide. Nella stagione 2019-2020 i visitatori sono stati 74.000, circa il doppio rispetto a un decennio prima. Le stazioni scientifiche sul territorio sono, poi, 70 e anche queste, con i lavoratori che le abitano, hanno un impatto ambientale non trascurabile.

Lo studio

A cercare di capire come il turismo stia influendo sui ghiacci in Antartide ci ha pensato un recente studio. I ricercatori hanno analizzato 28 campioni di neve prelevati, tra 2016 e 2022, lungo una linea di 2.000 km nella parte più trafficata dell’Antartide. L’obiettivo era comprendere quanto black carbon fosse presente. Gli scienziati hanno, dunque, distinto le varie particelle, in base alla lunghezza d’onda che si dimostravano in grado di assorbire. Questo tipo di particolato è attribuibile all’utilizzo di combustibili fossili ed è in grado di alterare l’albedo della neve, ovvero la sua capacità di riflettere la luce. I livelli standard di black carbon in Antartide si attestano intorno a 1 nanogrammo per grammo di neve. In tutti i campioni analizzati la quantità era però superiore.

Turismo e scienza in Antartide

Che il turismo stia alterando i fragili equilibri dell’Antartide è ormai innegabile. Il nuovo studio ha mostrato che la presenza di black carbon è in grado di causare lo scioglimento di 23 mm di neve superficiale ogni estate. Ogni visitatore avrebbe, dunque, contribuito, tra il 2016 e il 2020, alla disgregazione di 83 tonnellate di manto bianco. I viaggi connessi alle ricerche scientifiche hanno un impatto anche maggiore, a causa della quantità di energia necessaria ad alimentare le operazioni e dei lunghi tempi. La speranza è che ricerche come questa possano contribuire a modificare la prassi. Comprendere meglio l’impatto dell’uomo rimane comunque vitale, per mettere a punto pratiche più sostenibili.

D’istinto considerare l’Antartide come un luogo selvaggio e poco raggiungibile è ancora un’abitudine, ma i dati sul turismo ci hanno dimostrato che tutto sta cambiando. Anche questo territorio estremo è ormai diventato per l’umanità una meta abbordabile e ciò ha conseguenze devastanti. Equilibrio rimane l’unica parola d’ordine, ma in un’epoca in cui tutto è in bilico, trovarlo è la più complicata delle imprese.


Alice Facchini
Alice Facchini
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Laureata in Filosofia, credo fermamente che ogni sfaccettatura del sapere umano meriti di essere inseguita. Amo la lettura, gli animali e la natura e penso che solo continuando a farsi domande sia possibile mantenere uno sguardo vigile sul mondo.
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Laureata in Filosofia, credo fermamente che ogni sfaccettatura del sapere umano meriti di essere inseguita. Amo la lettura, gli animali e la natura e penso che solo continuando a farsi domande sia possibile mantenere uno sguardo vigile sul mondo.
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