Superstizione in cucina: 5 mosse contro il malocchio

Certe pratiche sono dure a morire, ma alcuni riti scaramantici si sono insinuati così bene nel nostro modo di comportarci che ce ne riusciamo a liberare solo con enorme fatica. La superstizione in qualche modo ci fa sentire meglio, l’idea che semplici gesti possano in qualche modo influenzare fortuna e destino è tranquillizzante, anche a tavola. Oggi vi raccontiamo di 5 riti propiziatori che forse non conoscete, saltando il classico sale rovesciato in favore di qualcosa di meno «famoso», tipo i gusci delle uova.
1. Il guscio delle uova
Questa non la sapevate: gettare nella spazzatura le due metà intatte del guscio d’uovo appena usato per la frittata è una pessima idea. Perché? Chiaramente in quegli antri svuotati può annidarsi il demonio. Durante la Pasqua, addirittura, i contadini erano soliti bruciarli, per paura che le streghe li potessero usare per i loro maligni sortilegi.
2. La tovaglia bianca
Dopo una cena con amici è difficile avere la forza di pulire immediatamente, è più probabile che si rimandi tutto alla mattina dopo. Ma lasciare una tovaglia candida tutta la notte sulla tavola porta sfortuna. Questa si trasforma in un chiaro richiamo al bianco lenzuolo funebre, presagio di una dipartita a breve. Insomma, non un ottimo presagio, meglio optare per un tessuto colorato, possibilmente sgargiante a questo punto, giusto per non rischiare.
3. 13 a tavola
L’idea alla base di questa credenza è semplice: tutti conosciamo le dinamiche dell’ultima cena, quando Gesù fu tradito da Giuda e tutto ciò che ne conseguì. Proprio per questo ancora oggi avere 13 invitati a cena porta sfortuna, si crede addirittura che qualcuno dei commensali dovrà passare a miglior vita entro l’anno. Nella versione meno cruenta verranno svelati intrighi e doppi giochi, al tavolo con quel numero di commensali.
4. Pane capovolto
Il pane è un importante simbolo religioso, oltre ad essere forse il cibo più rappresentativo dell’uomo che trasforma elementi in cibo. Per questa serie di motivi è in assoluto vietato sprecarlo, buttarlo o comunque mancargli di rispetto, tipo metterlo a tavola capovolto. Ebbene sì, un’usanza antica, vicina alla Francia di Carlo VII, voleva che il cibo destinato al boia fosse servito capovolto, in modo che fosse chiaramente riconoscibile. Il richiamo macabro rimane ancora oggi, a meno che non vogliate mandare un messaggio al vostro commensale che non sa masticare a bocca chiusa.
5. Posate incrociate a tavola
Questa è per le cene importanti, quelle nei ristoranti di un certo calibro dove troverete diverse posate ai lati del vostro piatto. Durante la sfilata di portate ricordatevi di non incrociare mai i coltelli davanti a voi, pena un sicuro litigio con qualche commensale. La stessa regola comunque vale in generale con tutte le posate: non incrociatele mai nel piatto, il richiamo alla crocifissione non è mai ben visto dalla dea bendata.
Fonti: agrodolce.it - italiaatavola.net - theodysseyonline.com - wikimedia.org
