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Spreco alimentare, 5 azioni quotidiane che possiamo fare per ridurlo

Spreco alimentare, 5 azioni quotidiane che possiamo fare per ridurlo

Anche gli sprechi di cibo contribuiscono alla crisi climatica, il 10% dei gas serra rilasciati a livello globale proviene da questa fonte

Anche lo spreco alimentare ha il suo peso sulla crisi climatica. A questo fenomeno è imputabile il 10 percento delle emissioni di gas serra globali, le sostanze responsabili dell’aumento delle temperature dell’atmosfera terrestre. Ecco perché imparare a ridurre la quantità di cibo buttato nel cestino tra le mura di casa è una delle buone azioni alla portata di tutti per tutelare il pianeta. Come? Un recente progetto di ricerca dello UK Global Food Security programme ha individuato cinque raccomandazioni.

Anche gli sprechi di cibo contribuiscono alla crisi climatica. Il 10% dei gas serra rilasciati a livello globale proviene da questa fonte

La temperatura del frigo

Impostare la temperatura del frigorifero corretta è un buon punto di partenza per evitare una buona dose di sprechi alimentari. Gli esperti che hanno partecipato alla ricerca consigliano di settarla sotto i 5°C per allungare il periodo di conservazione dei prodotti più buttati: frutta, verdura e prodotti caseari. Ad esempio, nel Regno Unito il 90 percento degli sprechi di latte avviene a livello domestico per un totale di circa 284 litri non consumati ogni anno nel Paese.

Usare contenitori adatti alla conservazione

Un altro buon modo per non riempire il bidone di cibo andato a male è conservarlo in contenitori idonei. Quelli in plastica monouso purtroppo sono ancora i più adatti allo scopo. In molte circostanze è veramente difficile farne a meno perché non esistono altri materiali con le stesse caratteristiche virtuose. Tuttavia, se si desidera abbandonare o limitare la diffusione di rifiuti di plastica, si può optare il più possibile per i contenitori riusabili, i tupperware.

Servire porzioni più piccole

Anche servire sui piatti porzioni più ridotte può aiutare allo scopo. Distribuire quantità inferiori quando ci si siede a tavola permette di ridurre del 20 percento gli sprechi, sostiene la ricerca. E se proprio rimangono degli avanzi alla fine del pasto, è consigliato adottare delle strategie per non dimenticarseli in frigo per settimane. Ci sono delle applicazioni per smartphone che possono aiutare a ricordare cosa va consumato con priorità. E se non si è tecnologici, c’è sempre il caro vecchio post-it da appiccicare sull’anta. Sui contenitori contenenti gli avanzi è bene poi segnare con delle etichette la date di preparazione e quella entro cui vanno consumati. Infine, carne, latticini e pane possono essere congelati in freezer quando la scadenza si avvicina.

Comprare dai produttori locali

Gli sprechi del sistema alimentare non si verificano solo tra le mura domestiche. Lungo la catena che dal campo porta alle nostre tavole sono tanti i passaggi in cui si verificano. E più è lunga e complessa la catena, maggiori rischiano di essere gli sprechi. Ecco perché un’altra raccomandazione è quella di cercare di comprare il più possibile da produttori locali. Oltre ad aiutare l’ambiente, si consumerà cibo più genuino e si sosterranno le piccole aziende della propria zona.

Supportare un banco alimentare

Negli ultimi anni sono nati molti banchi alimentari, comunità, iniziative e applicazioni che cercano di salvare cibo ancora buono dal cestino, anche in Italia. I produttori, ad esempio quelli di frutta e verdura, rimangono spesso con grandi quantità di merce che non può essere venduta perché leggermente danneggiata o di dimensioni non in linea con gli standard richiesti dai supermercati. Una parte viene spesso buttata. Supportando realtà impegnate su queste fronte, è possibile acquistare prodotti buoni a prezzi ridotti. Too good to go e Babaco market sono due dei casi più virtuosi presenti nel nostro Paese.

Lo spreco in Italia

Secondo uno studio di Waste Watcher International Observatory, nel 2020 in Italia sono finiti nella spazzatura 27 chilogrammi di cibo pro capite (529 grammi a settimana), l’11,78 percento (3,6 kg) in meno all’anno rispetto al 2019. Il valore dello spreco alimentare domestico nazionale ammonta a 6 miliardi e 403 milioni di euro. Una cifra che arriva a sfiorare i 10 miliardi di euro se si tiene conto anche delle perdite nei campi e gli sprechi nell’industria e nella distribuzione.


Marco Rizza
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Giornalista, ex studente della Scuola di Giornalismo Walter Tobagi. Osservatore attento (e preoccupato) delle questioni ambientali e cacciatore curioso di innovazioni che puntano a risolverle o attenuarne l'impatto. Seguo soprattutto i temi legati all'economia circolare, alla mobilità green, al turismo sostenibile e al mondo food

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Giornalista, ex studente della Scuola di Giornalismo Walter Tobagi. Osservatore attento (e preoccupato) delle questioni ambientali e cacciatore curioso di innovazioni che puntano a risolverle o attenuarne l'impatto. Seguo soprattutto i temi legati all'economia circolare, alla mobilità green, al turismo sostenibile e al mondo food

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