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Sostenibilità in Italia: il punto di ASviS

Sostenibilità in Italia: il punto di ASviS

Perché l’impegno per la sostenibilità sia concreto è necessario raggiungere vari obiettivi e il report di ASviS dipinge un Italia in difetto.

L’Italia dovrebbe essere un Paese in prima linea per la sostenibilità, ma l’ultimo report di ASviS presenta un quadro contradditorio. Guardando agli obiettivi fissati nell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite si possono osservare dei passi avanti, che risultano, però, troppo timidi. Oggi dovremmo essere a metà strada, ma le diverse declinazioni del concetto di sviluppo sostenibile appaiono ancora in divenire.

Sostenibilità in Italia: il punto di ASVIS
@envatoelements

Sostenibilità in Italia: l’aspetto sociale secondo ASviS 

La sostenibilità passa dalla mitigazione della povertà, goal 1 dell’agenda 2030. L’Italia fa registrare in questo ambito un peggioramento. La percentuale di famiglie in povertà è salita a 7.5%, rispetto al 6.1% del 2015. La condizione riguarda, cioè, 2 milioni di famiglie e 1.4 milioni di minori. Anche dal punto di vista del diritto all’istruzione i problemi sono consistenti. 

L’abbandono scolastico interessa l’11.7% della popolazione e 1.7 milioni di giovani non studiano e non lavorano. La spesa pubblica per scuola e sanità è, per altro, nettamente inferiore rispetto a quella degli altri Paesi europei. Va un po’ meglio nell’ambito della lotta alla fame, con i dati che sono rimasti essenzialmente stabili e con i sussidi statali che risultano in crescita. Per quanto riguarda la parità di genere crescono i numeri delle donne laureate e di quelle che occupano posizioni manageriali.

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Sostenibilità in Italia: l ’aspetto ambientale secondo ASviS 

Promuovere la sostenibilità significa mettere a punto strategie concrete per limitare l’impatto ambientale delle attività umane, ma ASviS dimostra che in questo il nostro Paese è carente. Produrre energia pulita, limitare gli sprechi di risorse, salvaguardare la biodiversità e imparare a non sottoporre gli ecosistemi a sforzi eccessivi sono tutti obiettivi primari. 

In Italia, però, il settore delle energie rinnovabili sopperisce solo al 19.2% del fabbisogno e gli sprechi connessi ai sistemi idrici toccano quota 42%. Le aree protette sono ancora troppo poche, con percentuali del 21% per quelle terrestri e dell’11% per quelle marine. Il 57% di fiumi e laghi risulta inquinato e il degrado del suolo è una problematica che interessa il 17% del territorio. Manca per altro un concreto piano d’azione per il raggiungimento della neutralità carbonica.

Sostenibilità in Italia: l’aspetto economico secondo ASviS 

ASviS sottolinea che promuovere la sostenibilità significa anche fare importanti cambiamenti a livello economico e l’Italia è all’inizio. L’innovazione dovrebbe diventare un obiettivo. Nel nostro Paese, però, molte realtà sono ancora restie a puntare sulla transizione green e, anzi, il 30% delle aziende manifatturiere non fa registrare passi avanti. Il tasso di innovazione è, però, cresciuto del 21%, tra il 2010 e il 2018. 

Allo stesso tempo il consumo di materie pro-capite è calato del 33%. Si tratta di un ottimo segnale nell’ambito dell’economia circolare. Prioritario appare investire sul rinnovamento delle infrastrutture, che devono diventare resilienti di fronte al cambiamento climatico. Dal punto di vista occupazionale i numeri sono in miglioramento, ma il lavoro irregolare resta una questione problematica.

Sostenibilità in Italia: l’aspetto istituzionale secondo ASviS 

La sostenibilità passa anche da una concreta riforma in ambito istituzionale e ASviS fa proprio di questa necessità uno dei propri cavalli di battaglia. Promuovere lo sviluppo sostenibile significa puntare su informazione, educazione, formazione specifica e partnership, nonché su strumenti di monitoraggio efficaci. Nel nostro Paese negli ultimi anni si è purtroppo riscontrato, in realtà, un calo di partecipazione soprattutto da parte delle generazioni più giovani

La carenza nello sviluppo di strumenti che possano raggiungere fasce più ampie della popolazione è evidente, così come una mancanza di coordinamento. Secondo quanto stabilito dalle Nazioni Unite, poi, all’Aiuto Pubblico allo Sviluppo, ovvero ai progetti di cooperazione con Paesi a basso reddito, dovrebbe essere stanziato lo 0.7% del Reddito Nazionale Lordo. In Italia la percentuale supera a malapena lo 0.3%.


Alice Facchini
Alice Facchini
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Laureata in Filosofia, credo fermamente che ogni sfaccettatura del sapere umano meriti di essere inseguita. Amo la lettura, gli animali e la natura e penso che solo continuando a farsi domande sia possibile mantenere uno sguardo vigile sul mondo.
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Laureata in Filosofia, credo fermamente che ogni sfaccettatura del sapere umano meriti di essere inseguita. Amo la lettura, gli animali e la natura e penso che solo continuando a farsi domande sia possibile mantenere uno sguardo vigile sul mondo.
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