Candidata al Nobel, la poetessa Alda Merini ha scritto una magnifica poesia sulla primavera che è anche un costante richiamo alla sua vita.
La poesia "Sono nata il ventuno a primavera" di Alda Merini è stata pubblicata nel 1991 nella raccolta "Vuoto d'Amore" edita da Einaudi. Nel componimento, la poetessa fa un parallelismo tra l'arrivo della primavera e la sua vita, sottolineando seppur in maniera diretta il legame tra le due. Scopriamo la bellezza della poesia di Alda Merini sulla primavera.
"Sono nata il ventuno a primavera" di Alda Merini
Sono nata il ventuno a primavera
ma non sapevo che nascere folle,
aprire le zolle
potesse scatenar tempesta.
Così Proserpina lieve
vede piovere sulle erbe,
sui grossi frumenti gentili
e piange sempre la sera.
Forse è la sua preghiera.
La Primavera nella poesia "Sono nata il ventuno a primavera" di Alda Merini
La primavera nella poesia di Alda Merini rappresenta molto più di una semplice stagione. Essa assume un valore simbolico profondo, intrecciandosi con la vita stessa della poetessa e con i temi della rinascita, della follia e della speranza.
La Merini identifica la propria nascita con l'inizio della primavera, stagione di rinnovamento e vitalità. La poetessa si sente in sintonia con la natura che si risveglia e con la gioia che essa porta con sé. Tuttavia, la primavera non è solo una stagione di gioia: la paragona anche ad una "tempesta", che rappresenta la sua sofferenza e la sua esperienza con la follia. Si sente diversa dagli altri e questo la porta ad essere incompresa e isolata.
La primavera nella poesia di Alda Merini è un simbolo complesso e multiforme. Essa rappresenta la vita, la rinascita, la follia, la sofferenza e la speranza. La poetessa ci offre una visione della vita ricca di sfumature, in cui la gioia e il dolore si intrecciano indissolubilmente.
Significato di "Sono nata il ventuno a primavera" di Alda Merini
La poesia "Sono nata il ventuno a primavera" di Alda Merini è una delle sue opere più celebri e amate. La poesia si apre con l'affermazione "Sono nata il ventuno a primavera", che collega la nascita della poetessa alla stagione della rinascita e del rinnovamento. Pur non facendo mai cenno al mese di Marzo, è fin da subito evidente il riferimento al 21 di questo mese.
Appare fin da subito un riferimento alla sua follia, vera o presunta. La frase infatti "aprire le zolle" è un chiaro richiamo al suo comportamento libero, fuori dagli schemi di una società che le è sempre stata stretta. Sottolina poi come non immaginava che tale comportamento avrebbe potuto scatenare tanto scalpore arrivando a farla chiudere, in diverse occasioni, in manicomio.
Nella seconda strofa, la poetessa si paragona a Proserpina, la dea della primavera che fu rapita da Ade e costretta a vivere nel mondo degli inferi. La strofa poi è dominata dall'immagine della pioggia che cade sulle erbe e sui frumenti. La pioggia può essere interpretata come simbolo di lacrime e dolore, ma anche come elemento di purificazione e rinascita. La preghiera a cui si fa riferimento è la speranza che la poesia possa in qualche modo riscattarla dalla drammaticià della vita.