Sitar indiano, che strumento è e come è fatto

Il sitar indiano è un tradizionale strumento orientale a corde di numero variabile e comunemente scambiato per una chitarra classica. Appartiene, in vero, alla categoria dei liuti a manico largo e così è classificato nella maggior parte dei manuali di musica.

Che strumento è il sitar indiano
Il sitar è tipico della tradizione e della musica classica indiana, uno strumento a corde molto noto e apprezzato anche in Occidente. Qui la sua diffusione si ebbe intorno agli anni ’70, in un momento storico di grande apertura alla filosofia orientale, e grazie anche a George Harrison dei Beatles che tra i primi lo usò in una celebre canzone del gruppo inglese, Norvegian Wood.
Comunemente il sitar viene scambiato per una specie di chitarra classica e da alcuni è erroneamente chiamato anche chitarra indiana. In realtà, si tratta di un liuto e benché ci sia una certa confusione storica sulle sue origini, la comparsa del primo sitar indiano è attestata tra il 1200 e il 1300 e per opera del musicista e poeta Amir Khusrau, artista presso la corte del sultano di Dheli.
Dalla zucca, la dolce melodia del sitar
Il sitar si compone di una cassa armonica, tradizionalmente realizzata dall’essicazione di una zucca vuota tagliata e rivestita con legno sottile, spesso decorato. Ha un lungo manico sul quale sono adagiate le corde, di numero variabile a seconda del modello di sitar.
A tal proposito è interessante ripercorrere l’etimologia del nome dello strumento. La parola sitar, infatti, potrebbe derivare dal persiano seh-tar, letteralmente tre corde, nome di un altro strumento di origine iraniana e molto simile al sitar, chiamato però setar. Tre, però, è anche il numero delle corde del sitar utilizzate per eseguire la melodia, mentre tutte le altre offrono accompagnamento ritmico.
Si suona pizzicandolo e produce un suono vibrante e molto suggestivo adatto anche ad accompagnare la meditazione.
Quanti tipi di sitar indiano ci sono
Si conoscono diverse varianti dello strumento che alternano o una diversa fattura della cassa di risonanza. È questo il caso del Kinnari Vina, un tipo di sitar fatto con uno o più gusci di uovo di struzzo al posto della zucca essiccata.
O delle vere e proprie tastiere al posto delle corde da pizzicare, come nel caso del Kaca Vina o del Prasarini vina.
