La siccità mette in crisi le colture in Italia. Anche nel nostro Paese sono partiti gli allarmi delle associazioni e degli imprenditori che avvertono sui rischi di interrompere intere filiere. Ma quali sono le colture più in difficoltà?
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Siccità: il riso tra le colture più in crisi in Italia
La crisi delle colture di riso in Italia è ormai un dato di fatto. Elaborando i dati dell’Osservatorio Siccità del CNR-IBE, Green Peace ha sottolineato che il 38% delle risaie e delle colture irrigue italiane è affetto da siccità severo estrema, cioè soffre per un deficit di pioggia che dura da ben due anni. Coldiretti, invece, stima un taglio di 8mila ettari per le semine del riso, un qualcosa che non si vedeva da 30 anni.
Ha sottolineato inoltre l’associazione che la perdita del riso (quello italiano copre il 50% della produzione Ue secondo l’associazione) incrementa il problema della carenza idrica perché la sua coltivazione garantisce dei veri e propri bacini idrici risultando determinante per l’ambiente ma per tutto l’agro-ecosistema.
Mais e le altre colture in crisi in Italia
Le altre colture in crisi in Italia per la siccità? In prima fila c’è il mais che è importante anche per la produzione di mangimi. Ricordate la difficoltà di approvvigionamento dai territori coinvolti nella guerra in Ucraina, dove c’era una produzione notevole del prodotto? Molti imprenditori si sono rivolti alla filiera di italiana per sopperire ai problemi legati al conflitto.
Il problema però è che la mancanza di precipitazioni – sottolinea Coldiretti – sta spingendo molti agricoltori a sostituire mais e anche riso, con colture come soia e frumento. Spiega ancora l’associazione: “Dalla disponibilità idrica dipende la produzione degli alimenti base della dieta mediterranea, dal grano duro per la pasta alla salsa di pomodoro, dalla frutta alla verdura fino al mais per alimentare gli animali per la produzione dei grandi formaggi come Parmigiano reggiano e il Grana Padano ed i salumi più prestigiosi come il prosciutto di Parma o il Culatello di Zibello”.
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Le idee per risolvere la crisi
Cosa fare allora per risolvere la crisi delle colture in Italia? Il 21 marzo, Greenpeace ha presentato al Governo Meloni 8 proposte per combattere la siccità. Fra queste c’è un freno alla cementificazione, l’invito alla razionalizzazione del consumo idrico e l’eventuale costruzione di nuovi invasi e laghetti. Greenpeace spinge, nello specifico, per l’uso di terreni e acqua per la produzione di alimenti destinati al consumo umano diretto, anziché alla filiera mangimistica o alla produzione di biocarburanti.
Coldiretti, invece, oltre al tema invasi – il presidente Prandini insite su un progetto insieme ad Anbi (Ass. Naz. Bonifiche Irrigazioni Miglioramenti Fondiari) per realizzare una rete di piccoli invasi diffusi sul territorio, senza uso di cemento – reputa fondamentale la nomina di un commissario.
Ha detto, infatti, Prandini: “È importante la nomina del Commissario al quale è necessario conferire poteri straordinari per velocizzare le autorizzazioni burocratiche come fatto, ad esempio, per il caso del Ponte Morandi a Genova, per dare una risposta concreta alla sofferenza di imprese e cittadini”, ha concluso il presidente, sottolineando ancora l’importanza di interventi strutturali per affrontare il cambiamento climatico.
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