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Siccità: 2.500 animali spostati nel nord dello Zimbabwe per carenza d’acqua

Siccità: 2.500 animali spostati nel nord dello Zimbabwe per carenza d’acqua

Elefanti, giraffe e altre specie saranno trasferiti anche con gli elicotteri per salvarli dalla siccità estrema che sta colpendo il Sud dello Zimbabwe

La crisi climatica sta diventando più pericolosa del bracconaggio per gli animali selvatici dello Zimbabwe. La siccità estrema che sta colpendo il Paese nel Sud dell’Africa ha spinto le autorità a mettere in atto uno dei più grandi piani di spostamento di fauna da una parte all’altra del territorio nazionale nella storia dello Stato. Nel complesso saranno rilocati oltre 2.500 esemplari di diverse specie, compresi centinaia di elefanti. La decisone è stata motivata dalla necessità di tutelare la salute degli animali e l’integrità degli habitat colpiti dalla carenza d’acqua.

Siccità, 2.500 animali spostati nel nord dello Zimbabwe per carenza d’acqua
Foto: Beauty van Stam @Unsplash

Il piano per spostare i 2.500 animali

L’operazione di trasferimento degli animali è stata ribattezzata “Project Rewild Zambezi”. Il riferimento è alla valle del fiume Zambezi, nel Nord dello Zimbabwe, dove verrà spostata la fauna messa a dura prova dalla pesante siccità nelle regioni del Sud del Paese. I numeri e le specie coinvolte in questo piano sono impressionanti. Verranno spostati oltre 2mila impala, 400 elefanti e 70 giraffe.

A questi si aggiungono 50 esemplari per specie di bisonte, gnu, zebra e gazzella. Completano il “pacchetto” dieci leoni e altrettanti cani selvatici. Per trasportare per chilometri queste bestie e salvarle dalla sofferenza portata dalla mancanza d’acqua, alcune dalla stazza importante, i ranger africani useranno grossi camion, gru e perfino elicotteri.

“Siccità minaccia più grande del bracconaggio”

Per capire quanto pesante stia colpendo la siccità nel Sud dello Zimbabwe, basti pensare che nel Paese viene ormai considerata una minaccia ancora più pericolosa del bracconaggio per gli animali. “Stiamo facendo tutto ciò per alleviare la pressione – ha detto all’Associated Press Tinashe Farawo, portavoce dei Parchi nazionali dello Zimbabwe e dell’Autorità di gestione della fauna selvatica.

Per anni – ha aggiunto – abbiamo combattuto il bracconaggio e proprio quando stavamo per vincere quella guerra, i cambiamenti climatici sono emersi come minaccia ancora più grande per la nostra fauna selvatica. Molti dei nostri parchi sono ormai sovrappopolati e c’è carenza di acqua e di cibo. Gli animali finiscono così per distruggere il proprio habitat, diventano pericolosi per loro stessi e invadono gli insediamenti umani vicini per cercare cibo, creando un conflitto senza fine”.

Il ripristino di una riserva al Nord

La soluzione del trasferimento degli animali è stata così l’unica adottabile. Un ipotetico piano B avrebbe previsto un terribile abbattimento selettivo per ridurre la competizione tra gli animali per cibo e acqua. Ma in Zimbabwe queste uccisioni non avvengono dal 1987 e gli esperti di conservazione ritengono la pratica crudele e non necessaria.

Un’operazione importante, ma non la più imponente nella storia del Paese. Tra il 1958 e il 1964, infatti, ne vennero spostati ben 5mila di animali a seguito della costruzione di una diga e della creazione di un lago. Questa volta, però, sono i cambiamenti climatici il problema. Il nuovo spostamento avrà anche un altro obiettivo: oltre a salvare la fauna dalla siccità, cercherà di ripristinare una riserva protetta e tutelata dall’Unesco, la Sapi Reserve, un’area del Nord che ha registrato un rapido declino delle specie che la abitano tra il 1950 e il 2017 a causa della caccia e del bracconaggio. Ora si spera che i nuovi abitanti possano ripopolare la riserva, facendola tornare agli antichi splendori.


Marco Rizza
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Giornalista, ex studente della Scuola di Giornalismo Walter Tobagi. Osservatore attento (e preoccupato) delle questioni ambientali e cacciatore curioso di innovazioni che puntano a risolverle o attenuarne l'impatto. Seguo soprattutto i temi legati all'economia circolare, alla mobilità green, al turismo sostenibile e al mondo food

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Giornalista, ex studente della Scuola di Giornalismo Walter Tobagi. Osservatore attento (e preoccupato) delle questioni ambientali e cacciatore curioso di innovazioni che puntano a risolverle o attenuarne l'impatto. Seguo soprattutto i temi legati all'economia circolare, alla mobilità green, al turismo sostenibile e al mondo food

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