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Gli "Sgonfiatori di Pneumatici", il nuovo gruppo di ambientalisti contro i Suv

Gli "Sgonfiatori di Pneumatici", il nuovo gruppo di ambientalisti contro i Suv

I Tyre Extinguishers, nome traducibile con Sgonfiatori di Pneumatici, prendono di mira i Suv in quanto auto inquinanti, lasciando a terra le loro gomme

Un nuovo gruppo di attivisti per il clima e l’ambiente è entrato in azione in tutto il mondo prendendo di mira i Suv. Si tratta dei Tyre Extinguishers, espressione traducibile con “Sgonfiatori di Pneumatici” o “Sgonfiatori di ruote”. Come mai questo nome? Semplice: la loro modalità di protesta consiste in raid notturni nel corso dei quali cercano di lasciare con le gomme a terra il maggior numero di macchinoni possibile nella zona d’azione. Il motivo? Per loro i Suv andrebbero messi al bando in quanto veicoli altamente inquinanti e mezzi pericolosi per circolare nelle città.

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Foto: Denny Müller @Unsplash

I Tyre Extinguishers ovvero gli “Sgonfiatori di Pneumatici”

La prima chiamata all’azione dei Tyre Extigueshers è arrivata a marzo 2022. In pochi mesi le iniziative spontanee si sono moltiplicate in tutto il mondo, raggiungendo il culmine a inizio settembre quando solo in una notte sono stati lasciati con le gomme a terra circa 600 Suv in una decina di paesi, tra cui Regno Unito, Francia, Germania, Svizzera, Paesi Bassi, Norvegia, Danimarca, Repubblica Ceca e Canada.

Il gruppo ha rivendicato quest’ultima operazione diffusa in una nota facendo presente che è avvenuta “esattamente due mesi prima dell’apertura della Cop27”, la conferenza sul clima delle Nazioni Unite in programma quest’anno in Egitto. E ha riportato i numeri di questi primi mesi di attività, ricordando che “da marzo il movimento ha sgonfiato i pneumatici di circa 9mila Suv nelle città di tutto il mondo” e che punta a “superare l’obiettivo dei 10mila Suv entro Natale”.

La campagna anti-Suv è coordinata attraverso un sito web sul quale si trovano le istruzioni per agire. Il modus operandi consigliato è quello di incastrare nelle valvole dei pneumatici delle lenticchie o altri piccoli legumi per farli sgonfiare lentamente senza danneggiarli. Oltre a questo “sabotaggio”, si chiede agli attivisti anche di lasciare sul parabrezza di ogni Suv colpito un volantino in cui vengano spiegate le motivazioni del gesto.

Perché i Suv?

L’obiettivo dichiarato dei Tyre Extigueshers è quello di “rendere impossibile il possesso di un Suv nelle aree urbane di tutto il mondo”. Le ragioni di questa battaglia? Per gli attivisti queste grosse auto sono “'emissioni di lusso' non necessarie, sfoggiate dai più ricchi”, un vero e proprio “disastro per il clima” in quanto aggravano “l’inquinamento atmosferico e rendono le nostre strade più pericolose”. Il gruppo osteggia anche i Suv elettrici in quanto “insicuri per le aree urbane”.

Questa posizione trova fondamento in una ricerca pubblicata nel 2019 dall’Agenzia internazionale per l’energia. Nello studio si riportava che i Suv sono stati la seconda più grande causa dell’aumento delle emissioni di anidride carbonica nell’ultimo decennio.

“Sabotaggio legittimo per salvare vite”

Dopo movimenti come Extinction Rebellion e Ultima Generazione, che hanno fatto delle azioni di disobbedienza civile (senza sottrarsi ad arresti e fermi da parte delle forze dell’ordine) la propria strategia di lotta, un altro gruppo scende in campo per il clima e l’ambiente (anche se in Italia non sono ancora state segnalate azioni del genere). I Tyre Extigueshers hanno però lanciato qualche critica agli altri collettivi, dicendo che “il movimento per il clima non ha sfruttato a sufficienza le tattiche sotto copertura fino ad ora”. I raid notturni contro i Suv saranno d’ispirazione per il futuro?

Per quanto animate da buoni propositi, bisogna ricordare che azioni del genere rischiano di sconfinare nell’illegalità con tutte le conseguenze del caso. Gli “Sgonfiatori”, tuttavia, considerano le loro iniziative un modo per “mostrare alle persone che il sabotaggio è legittimo se serve a salvare delle vite e abbiamo bisogno di portarlo avanti”, ha detto al Guardian un portavoce del movimento. “Se gli inquinatori non smetteranno di inquinare di fronte a richieste gentili, proteste e azioni convenzionali dirette, cos’altro ci rimane da fare?


Marco Rizza
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Giornalista, ex studente della Scuola di Giornalismo Walter Tobagi. Osservatore attento (e preoccupato) delle questioni ambientali e cacciatore curioso di innovazioni che puntano a risolverle o attenuarne l'impatto. Seguo soprattutto i temi legati all'economia circolare, alla mobilità green, al turismo sostenibile e al mondo food

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Giornalista, ex studente della Scuola di Giornalismo Walter Tobagi. Osservatore attento (e preoccupato) delle questioni ambientali e cacciatore curioso di innovazioni che puntano a risolverle o attenuarne l'impatto. Seguo soprattutto i temi legati all'economia circolare, alla mobilità green, al turismo sostenibile e al mondo food

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