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Sfruttare le mosche: il nuovo metodo per studiare l’ambiente

Sfruttare le mosche: il nuovo metodo per studiare l’ambiente

Sfruttare le mosche per monitorare l’ambiente è oggi possibile. Esse possono dirci molto sugli ecosistemi e possono farlo in modo del tutto non invasivo.

In un mondo in rapida evoluzione trovare nuovi metodi per monitorare l’ambiente in modo non invasivo è una priorità. La nuova proposta di un team di scienziati è sfruttare le mosche. Grazie a ciò di cui si nutrono, infatti, questi insetti possono fornire informazioni importanti sulla natura che li circonda. Per la tutela della biodiversità quest’innovazione potrebbe rivelarsi fondamentale.

Sfruttare le mosche

Il metodo:

Secondo alcuni scienziati dell’Indiana University sfruttare le mosche permette di monitorare l’ambiente in modo efficace. Il paper, pubblicato in PLOS ONE individua nella dieta di questi insetti necrofagi una chiave di indagine. Negli organismi restano, infatti, tracce di ciò che viene ingerito, individuabili in isotopi di carbonio, ossigeno, idrogeno e azoto. Le mosche sono poi presenti in tutti i continenti, a eccezione dell’Antartide e possono essere attirate in modo semplice e veloce. Gli scienziati hanno dunque inserito le mosche in fornaci ad alta temperatura per trasformare carbonio e azoto al loro interno in gas e analizzare la composizione dei campioni.

Utili informazioni:

Sfruttare le mosche permette di accedere a molte informazioni. Christine Picard, autrice principale, ha spiegato che gli animali che consumano carne hanno valori di isotopi di azoto più alti rispetto agli erbivori. Campionamenti ripetuti eseguiti sulle mosche possono dunque dare indicazioni sulla composizione di un ecosistema. Individuare un massiccio consumo di erbivori da parte di queste può, per esempio, portare a indagini su malattie o sul numero degli animali spazzini. Il nuovo metodo permette, poi, di quantificare meglio le interferenze umane. La presenza di isotopi di carbonio attribuibili al consumo di cibo a base di mais indica un consistente accesso di questi ad alimenti umani. Ciò è stato riscontrato a Indianapolis e nelle Great Smoky Mountains.

Un’innovazione:

Sfruttare le mosche per gli scienziati apre importanti prospettive. Il ricorso all’analisi diretta di animali morti viene, infatti, sostituita da un metodo molto più rapido ed esaustivo. L’installazione di telecamere rappresentava un altro sistema comunemente usato ma si poneva come dispendioso e spesso manchevole. Il cambiamento climatico mette oggi a dura prova gli equilibri ambientali e ogni metodologia di indagine non invasiva è fondamentale. Sfruttare le mosche permette di non interferire con la fauna e di individuare eventuali alterazioni in modo precoce. Per la tutela della biodiversità poter lanciare allarmi immediati che permettano alle autorità di intervenire in modo puntuale è cruciale.

Siamo abituati a concepire le mosche come una seccatura, piuttosto disgustosa. Ancora una volta la scienza ci ricorda che nell’equilibrio della natura ogni tassello ha un ruolo. Sfruttare le mosche potrebbe essere la chiave per reagire prontamente alle conseguenze delle nostre stesse azioni. Un po’ di gratitudine verso questi sottovalutati insetti è un effetto collaterale più che tollerabile.

REDAZIONE
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Raccontare e spiegare cibo, sostenibilità, natura e salute. Un obiettivo più facile a dirsi che a farsi, ma nella redazione di inNaturale non sono queste le sfide che scoraggiano. Siamo un gruppo di giovani affiatati in cerca del servizio perfetto, pronti a raccontarvi le ultime novità e le storie più particolari.

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