“Sera di febbraio”, la bellissima poesia di Umberto Saba

“Sera di febbraio” è una poesia scritta da Umberto Saba nel 1943 e pubblicata all’interno della raccolta Ultime Cose nel 1945. La lirica è tra le più brevi dell’autore e in essa l’immersione in un paesaggio invernale si trasforma in un pretesto per una profonda riflessione. La notte che cala fa da cornice al dilagare dell’angoscia e il pensiero della morte si staglia cupo su tutto il componimento.

“Sera di febbraio”: il testo della poesia di Umberto Saba
Sera di febbraio
Spunta la luna.
Nel viale è ancora
giorno, una sera che rapida cala.
Indifferente gioventù s’allaccia;
sbanda a povere mete.
Ed è il pensiero
della morte che, infine, aiuta a vivere.
“Sera di febbraio”: analisi della poesia di Umberto Saba
In “Sera di febbraio” il poeta ci fa respirare un’atmosfera di angoscia che si sposa perfettamente con il paesaggio invernale descritto. Nella prima parte del componimento vengono proprio delineati i contorni spazio-temporali degli eventi raccontati. La cornice è quella di Trieste al calare di una consueta sera invernale.
La luna illumina già il cielo, mentre le ultime luci del giorno indugiano ancora all’orizzonte e la notte sopraggiunge come un oscuro presagio. A questo punto compare l’elemento umano, rappresentato dai giovani in cerca di facili divertimenti, ma nemmeno la parentesi di allegria fittizia riesce a rasserenare l’atmosfera. Il buio della stagione fredda che avanza trova la sua controparte nel tormento che invade l’animo del poeta e l’unica luce di speranza diventa inevitabilmente il pensiero della morte.
Il tema della poesia “Sera di febbraio” di Umberto Saba
All’interno della poesia “Sera di febbraio”, filosofia, Storia e vicende personali del poeta si fondono. La lirica è stata scritta in un momento buio tanto per l’Italia, quanto per il mondo, nel pieno della Seconda Guerra Mondiale. A questo si aggiunge il fatto che l’autore, in quanto ebreo, era costretto a sopportare il peso delle leggi razziali.
In tale ottica nemmeno la natura può fare da rifugio e diventa, piuttosto, il mezzo per proiettare l’interiorità verso l’esterno. Buio e freddo sono le percezioni sensoriali dominanti e, persino nell’animo umano la morte viene accolta come pensiero in grado di dare sollievo. L’autore sembra osservare tutta la scena con sguardo distaccato e consapevole.
“Sera di febbraio” ci mostra uno stile molto diverso da quello che contraddistingue la poesia di Umberto Saba nel Canzoniere. In questa lirica non ci sono note leggere a rendere la notte invernale meno gravosa e le rime risultano assenti. Chiarezza espressiva e lessico comune lasciano il posto a frasi lapidarie e a termini volutamente indeterminati e astratti. L’influenza dell’Ermetismo appare, dunque, evidente.
