Sarebbe possibile installare dei pannelli solari nello spazio?

Quello dell’intermittenza è uno degli svantaggi che più vengono sottolineati quando si parla di energie rinnovabili. Per dei pannelli solari installati nello spazio, però, questo problema non esisterebbe: fornirebbero energia infinita, pulita e continua. Oggi l’iniziativa “Solaris” dell’ESA (Agenzia Spaziale Europea) sta lavorando proprio a questo obbiettivo.

Come si potrebbero costruire dei pannelli solari per lo spazio?
Gli esperti concordano sul fatto che, per produrre 1 GW di potenza, l’installazione dovrebbe essere più ampia di 1 km2, in pratica più di 100 volte la ISS (Stazione Spaziale Internazionale). Come quest’ultima, i singoli pezzi dovrebbero essere prodotti e lanciati in orbita separatamente, e magari assemblati in maniera robotizzata da remoto.
E per le celle solari? Ogni chilogrammo dovrebbe produrre 1-2 kw di potenza, il che significa un rapporto potenza/peso 50 volte maggiore di quello delle celle a terra. E poi dovrebbero essere resistenti alle radiazioni cosmiche, quindi costruite con materiali adatti e più economici di quelli usati oggi con questo stesso scopo.
Sicurezza ed efficienza dell’energia prodotta
L’energia prodotta da dei pannelli solari orbitanti dello spazio potrebbe essere trasferita a terra via laser; ma le nuvole potrebbero bloccare la radiazione, quindi meglio convertirla in microonde. Da energia diretta, a elettricità, a microonde, e infine di nuovo energia elettrica: con tutte queste trasformazioni e trasferimenti, parte dell’energia andrebbe sicuramente persa, perciò vanno sviluppate le tecnologie per la conversione di energia. Secondo l’ESA, almeno un 10-15% dell’energia iniziale deve essere ricavato per rendere il tutto economicamente conveniente.
Soprattutto, deve essere un metodo sicuro. La frequenza e la densità di energia che arrivano a terra non devono interferire con le telecomunicazioni, e non devono essere dannose per persone e altri esseri viventi.

Lavori in corso per test e prototipi
Sicuramente, se si scoprissero modi più economici di immagazzinare energia rinnovabile a terra, investire in dei pannelli solari nello spazio sarebbe meno conveniente. Però il costo di hardware e lanci spaziali sta diminuendo, perciò quello di un progetto del genere sarebbe competitivo con progetti per il nucleare o per il gas con sistemi di cattura di carbonio.
Molti istituti di ricerca nel mondo tipo Caltech, Xidian University, Space Energy Initiative e University of Strathclyde stanno eseguendo dei test e elaborando dei prototipi. Se tutto va bene, secondo la ESA la prima stazione solare orbitante potrebbe diventare una realtà prima del 2040.
