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Riscaldamento globale: tundra siberiana destinata a scomparire entro il 2500

Riscaldamento globale: tundra siberiana destinata a scomparire entro il 2500

Il riscaldamento globale sta trasformando i paesaggi dell’Artico e il rischio è che entro il 2500 la tundra siberiana venga sostituita da altri ecosistemi

La tundra siberiana è un ambiente a cui molti di noi guardano con meraviglia, ma presto il riscaldamento globale potrebbe privarci anche di questo caratteristico panorama. A lanciare l’allarme ci ha pensato uno studio pubblicato in eLife. Il lavoro ha mostrato che, senza un adeguato intervento sulle emissioni, questo ecosistema è spacciato e ha avvertito che i tempi stringono. Agire appare una priorità, ma, purtroppo, nemmeno la scienza offre garanzie.

tundra siberiana riscaldamento globale
Foto: Marek Piwnicki @Pexels

Lo studio

Il rapporto tra tundra siberiana e riscaldamento globale è tornato al centro dell’attenzione grazie a un team dell’Alfred Wegener Institute. Gli scienziati si sono concentrati sul Paese Artico e hanno creato una simulazione di come la vegetazione muterà in tale area in base a diversi scenari relativi alle emissioni. Per farlo si sono serviti di un modello in grado di predire il mutare del limite del bosco a livello dei singoli alberi, di cui viene analizzata ogni parte del ciclo vitale, dalla dispersione dei semi alla maturazione. I ricercatori si chiedevano principalmente quanto sia necessario intervenire sulle emissioni per evitare che la tundra venga rimpiazzata dalle foreste di larici.

Tundra siberiana e riscaldamento globale

Secondo quanto emerso dallo studio il riscaldamento globale potrebbe rivelarsi per la tundra siberiana mortifero. In uno scenario ad alte emissioni, infatti, entro la metà del millennio in tale regione si salverà meno del 6% di questo ecosistema. Evitare di trovarsi faccia a faccia con circostanze tanto drammatiche significa, invece, portare i livelli di gas serra ben al di sotto di quelli attuali. Se ciò accadesse sarebbe possibile, secondo le stime, salvare il 30% dell’ambiente a rischio. Dei 4.000 km di cintura ininterrotta oggi osservabile, rimarrebbero in realtà solo due distinte sacche di tundra, a distanza di 2.500 km l’una dall’altra. La prima sarebbe collocata a est, sulla penisola di Chukotka, l’altra a ovest sulla penisola di Taymir.

È già tardi?

Le prospettive per la tundra siberiana non appaiono rosee. Oggi le temperature della zona artica aumentano a velocità doppia rispetto a quelle del resto del pianeta e sono già cresciute di 2 °C. Ciò ha un impatto drammatico su oceani e ghiacci, ma anche sugli ecosistemi della terraferma. Senza adeguate azioni il rischio è che entro il 2100 la crescita delle medie estive tocchi i 14 °C. Limitare il riscaldamento a ulteriori 2 °C è ancora possibile, ma richiede azioni drastiche e immediate. Si tratta, insomma, ormai di una questione di vita o di morte. Istituire riserve naturali e zone protette potrebbe fare la differenza e le autorità sono chiamate alla messa a punto di strategie coerenti.

Vedere la tundra siberiana messa in pericolo dal riscaldamento globale preoccupa. All’interno di questo ambiente trovano dimora flora e fauna uniche, il 5% delle quali ha come solo habitat tale ecosistema. Una simile perdita di biodiversità non può essere considerata tollerabile. Non farsi ingannare dall’illusione che 500 anni siano un tempo più che lungo per rimediare rimane il primo passo.


Alice Facchini
Alice Facchini
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Laureata in Filosofia, credo fermamente che ogni sfaccettatura del sapere umano meriti di essere inseguita. Amo la lettura, gli animali e la natura e penso che solo continuando a farsi domande sia possibile mantenere uno sguardo vigile sul mondo.
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Laureata in Filosofia, credo fermamente che ogni sfaccettatura del sapere umano meriti di essere inseguita. Amo la lettura, gli animali e la natura e penso che solo continuando a farsi domande sia possibile mantenere uno sguardo vigile sul mondo.
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