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Riciclo delle navi: la Convenzione di Hong Kong entra in vigore dopo 16 anni

Riciclo delle navi: la Convenzione di Hong Kong entra in vigore dopo 16 anni

Dopo sedici anni entra in vigore la Convenzione di Hong Kong sul riciclo delle navi grazie all’adesione del Bangladesh e della Liberia.

Nella storia dell’ambientalismo si possono registrare diversi momenti in cui ci si aspettava una svolta decisiva per migliorare la qualità del nostro pianeta. Spesso, però, sono trascorsi molti anni prima di trasformare le parole in fatti. E’ quello che è accaduto con la Convenzione di Hong Kong per il riciclo delle navi che è entrata in vigore dopo sedici anni.

Riciclo delle navi: la Convenzione di Hong Kong entra in vigore dopo 16 anni
Convenzione Hong Kong

La Convenzione di Hong Kong

Nel 2009 l’Organizzazione marittima internazionale (IMO) aveva approvato un documento che regolamentava e disciplinava i processi per il riciclo delle navi. Si tratta della Convenzione di Hong Kong che, finalmente, dopo sedici anni, potrà diventare operativo. Il ritardo è legato ad alcuni aspetti legati agli accordi internazionali tra i diversi Paesi firmatari.

Infatti, la Convenzione di Hong Kong è potuta entrare in vigore solo grazie all’adesione da parte del Bangladesh e della Liberia. Per rendere operativa questo accordo servivano almeno quindi Paesi ratificanti che rappresentavano il 40% del trasporto mercantile marittimo mondiale per stazza lorda. Inoltre, il riciclo delle navi non doveva essere inferiore al 3% del tonnellaggio lordo della flotta complessiva dei Paesi ratificanti.

Il riciclo delle navi

La Convenzione di Hong Kong ha lo scopo di garantire degli alti standard ambientali e sanitari durante i processi di smaltimento e riciclo delle navi. Nello specifico, armatori, cantieri navali, i governi e gli impianti di riciclo delle navi sono coinvolti direttamente dalla Convenzione, la quale attribuisce obblighi e responsabilità.

Ad esempio, con l’entrata in vigore della Convenzione di Hong Kong, sarà obbligatorio avere a bordo delle navi destinate al riciclo un inventario con tutti i materiali pericolosi presenti sul mezzo di trasporto. Inoltre, gli impianti autorizzati dalle autorità competenti dovranno disporre un piano di riciclo specifico per ogni singola imbarcazione. Ai governi spetterà l’incarico di garantire il rispetto dell’accordo internazionale.

La situazione in Bangladesh e in Liberia

La decisione del Bangladesh e della Liberia di ratificare la Convenzione di Hong Kong sul riciclo delle navi è stata decisiva. In questi due Paesi le problematiche ambientali sono di diverso tipo e riguardano anche le procedure legate al riciclo delle navi. La loro adesione alla Convenzione è importante anche per quanto riguarda il ruolo internazionale legato al trasporto marittimo.

Ad esempio, il Bangladesh accoglie ogni anno un elevato numero di navi che devono essere dismesse. Allo stesso tempo, questo Paese è uno tra quelli con il più alto potenziale per il riciclo delle navi. Tuttavia, spesso le demolizioni avvengono in contesti fortemente inquinati in cui anche la salute dell’uomo è in pericolo. Invece, la Liberia rappresenta uno dei Paesi con la più alta percentuale di tonnellaggio.

Una svolta per l’ambiente

Con l’entrata in vigore della Convenzione di Hong Kong sul riciclo delle navi si aggiunge un nuovo passo per la tutela della qualità ambientale della Terra. Tuttavia, non è ancora finito l’iter di questo accordo internazionale, in quale diventerà operativo solo dopo 24 mesi da quando è stato ratificato. Nel frattempo, non deve calare l’attenzione in merito alle problematiche ambientali che riguardano tutti noi.


Emmanuele Occhipinti
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Una passione per la natura coltivata fin da piccolo mi ha condotto a studiare Scienze dell’Ambiente e della Natura ma, in seguito ad un sogno rivelatorio (se si vuole credere a questa versione), mi sono ritrovato con carta, penna ed un sogno nel cassetto.
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