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Riciclare la plastica non è sostenibile: il nuovo avvertimento degli scienziati

Riciclare la plastica non è sostenibile: il nuovo avvertimento degli scienziati

In una lettera, un gruppo di esperti chiede di ridurre la produzione mondiale di plastica perché riciclare non basta a contrastare l’enorme inquinamento

Il riciclo della plastica non è un soluzione a lungo termine e quindi non è sostenibile. È quanto afferma un gruppo di scienziati proveniente da diversi Paesi in una lettera pubblicata dalla rivista Science. E, mentre in Europa si ragiona di imporre un limite ai prezzi del gas nell’Ue per far fronte alle conseguenze della guerra in Ucraina, questo team propone di stabilire un tetto alla produzione di plastica nel mondo attraverso un trattato. Un passaggio intermedio per arrivare progressivamente a interromperla.

Riciclare la plastica non è sostenibile: il nuovo avvertimento degli scienziati
Foto: tanvi sharma @Unsplash

Riciclare la plastica non è sostenibile

Il riciclo viene di frequente presentato come l’antidoto all’immissione continua nel mercato di plastica, in particolare di quella monouso. Il problema è che questo materiale è arrivato ormai a inquinare ogni ecosistema esistente: suolo, montagne (anche sulla vetta del monte Everest), fiumi, oceani e persino l’aria che respiriamo. Tanto che i suoi minuscoli frammenti, le famigerate microplastiche, sono state individuate sia nei polmoni, che nel sangue dell’uomo.

Anche se riciclassimo meglio e cercassimo di gestire i rifiuti nel migliore dei modi, continueremmo a diffondere oltre 17 milioni di tonnellate di plastica all’anno nella natura”, recita la lettera nel suo passaggio iniziale firmato da Melanie Bergmann, esperta del German Alfred-Wegener-Institute, citando un dato del Norwegian University of Science and Technology (NTNU). “Se la produzione prosegue nella sua crescita, affronteremo una vera e propria fatica di Sisifo”.

L’urgenza di un trattato sulla plastica

Cosa fare allora per colmare i limiti del riciclo? “Il pianeta merita una soluzione multilaterale a questa piaga che ci colpisce tutti. Un accordo che valga da monte a valle” del ciclo di vita della plastica, ha detto Amina J. Mohammed, Vice Segretario generale dell’Onu e presidente del Gruppo per lo sviluppo sostenibile della stessa organizzazione internazionale.

Di un accordo sulla gestione del problema plastica si sta discutendo negli ultimi tempi. A inizio 2022, al termine dell’Assemblea per l’ambiente dell’Onu di Nairobi, leader e rappresentanti di 175 Paesi hanno deciso di adottare un trattato globale per fermare l’inquinamento causato dalla plastica. L’obiettivo è quello di mettere a punto un documento legalmente vincolante che preveda azioni da adottare entro il 2024. La lettera pubblicata su Science propone di includere un tetto alla produzione di plastica.

Il NTNU riporta che i negoziati dovrebbero cominciare a fine maggio 2022. Mettere d’accordo tutti, però, non sarà facile. L’idea di un trattato sulla plastica è stata osteggiata da alcune nazioni negli ultimi anni per interessi legati alle loro economie.

Uno scenario negativo

Diversi studi concordano nel dire che riciclare la plastica non può essere la soluzione al problema. Una ricerca apparsa su Science nel 2020 rivelò che per ridurre l’inquinamento da plastica del 79 percento nei prossimi vent’anni bisognerebbe mettere in campo tutte le soluzioni attualmente disponibili, compresa la sostituzione dei prodotti in questo materiale con alternative più sostenibili e il miglioramento della gestione dei rifiuti e del riciclo.

La vera radice del problema è la crescita esponenziale della produzione e la quantità di plastica che abbiamo prodotto finora ha già largamente superato i limiti di tolleranza del pianeta”, ha aggiunto nella lettera Carney Almroth dell’università svedese di Gothenburg. “Se non contrastiamo il problema, tutte le altre misure adottate fino a qui non saranno utili a raggiungere l’obiettivo di ridurre la diffusione di plastica nell’ambiente”.


Marco Rizza
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Giornalista, ex studente della Scuola di Giornalismo Walter Tobagi. Osservatore attento (e preoccupato) delle questioni ambientali e cacciatore curioso di innovazioni che puntano a risolverle o attenuarne l'impatto. Seguo soprattutto i temi legati all'economia circolare, alla mobilità green, al turismo sostenibile e al mondo food

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Giornalista, ex studente della Scuola di Giornalismo Walter Tobagi. Osservatore attento (e preoccupato) delle questioni ambientali e cacciatore curioso di innovazioni che puntano a risolverle o attenuarne l'impatto. Seguo soprattutto i temi legati all'economia circolare, alla mobilità green, al turismo sostenibile e al mondo food

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