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Quanto è pesante l’impatto dell’eolico offshore sugli animali marini?

Quanto è pesante l’impatto dell’eolico offshore sugli animali marini?

Uno studio olandese sta valutando gli effetti negativi e positivi che un impianto eolico offshore può avere su animali acquatici e volanti

Dire “energie rinnovabili” non significa necessariamente “impatto zero”. Se è vero che a ogni azione corrisponde una reazione, non esiste un’azione umana sull’ambiente che non abbia un effetto, nel bene o nel male: la cosa importante è esserne consapevoli e cercare di prevenirlo o contenerlo, se negativo. Quello dell’energia eolica è proprio uno di questi casi, e infatti uno studio condotto in Olanda sta oggi cercando di capire che impatto può avere l’eolico sugli animali marini, in negativo o in positivo.

eolico animali
Foto: marliesplatvoet@Pixabay

Eolico offshore e animali marini: gli effetti negativi

Lo studio è stato commissionato dall’Agenzia Olandese per la Valutazione Ambientale (PBL) all’Università di Wageningen, visto che, da qui al 2050, si prevede che 1/4 dell’energia eolica olandese deriverà da impianti eolici offshore nel Mare del Nord. Cominciata proprio nel 2023, la ricerca è tutt’ora in corso, ma alcuni risultati li ha già.

Gli effetti di un impianto eolico si fanno sentire di più sugli animali volanti, in particolare sui pipistrelli, molto sensibili agli sbalzi di pressione atmosferica creati dalle pale. Specie come il pipistrello di Nathusius, infatti, migrano ogni anno fra Inghilterra e Olanda passando proprio dalle aree degli impianti.

Effetti minori sugli uccelli marini, ma comunque non trascurabili. Sembra infatti che i cormorani riescano a convivere tranquillamente con le turbine, ma la sula bassana se ne tiene alla larga: tradotto, è costretta a fare a meno di quelle zone per la pesca e la nidificazione.

E per gli animali che vivono sott’acqua? Gli effetti dei campi elettromagnetici su squali e razze sono ancora in valutazione. Si è già visto, però, che foche e focene sono molto disturbate dal rumore durante l’installazione delle turbine, visto che hanno un udito molto sensibile che usano per cacciare.

Delle soluzioni, comunque, sono già state proposte. Spegnere gli impianti nei giorni di migrazione dei pipistrelli. Evitare installazioni nelle aree di caccia e nidificazione preferite dagli uccelli marini. Creare cortine di bolle antirumore intorno ai pali durante la costruzione.

Ci sono anche effetti positivi

Di solito, per prevenire l’erosione, intorno ai pali delle turbine vengono accumulati mucchi di rocce. Questi accumuli aprono le porte a nuovi ecosistemi, perché diventano un rifugio appetitoso per pesci e crostacei, e un terreno fertile per piante marine.

Le aree in cui vengono posizionati gli impianti diventano zone protette quasi integralmente dalla pesca. In certi casi, potrebbero integrarsi con delle attività economiche tipo la coltivazione di alghe, ostriche o molluschi.

eolico animali
Foto: Clément Falize@Unsplash

Un esempio da imitare nel Mediterraneo

Nelle acque italiane vivono specie animali diverse rispetto al Mare del Nord, e per l’eolico offshore si usano installazioni differenti. Qui ci sono poche foche, però più cetacei come balenottere o capodogli, e c’è un’importante rotta migratoria di uccelli dall’Africa. Gli impianti vengono installati molto a largo, e tipicamente su galleggianti ancorati, non piantati sul fondale.

Di sicuro, quindi, i problemi e le soluzioni non saranno gli stessi del Mare del Nord. Ma la consapevolezza e la volontà di studiarli sono certamente un esempio da imitare anche per il Mediterraneo.


Enrico Becchi
Enrico Becchi
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Scrittore, divulgatore scientifico, giornalista. Con quello che scrivo e racconto cerco di rendere le persone consapevoli di sé stesse e del mondo spaziando fra tanti ambiti, fra le scienze naturali e le scienze di frontiera.
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