Le poesie più belle sul tramonto

Sul tramonto sono state scritte poesie dai più svariati autori. Alcuni si sono concentrati sui colori unici che il calar del sole sa conferire ai paesaggi, mentre altri hanno insistito sul senso di inquietudine che l’avvicinarsi del dì e della notte è in grado di produrre. Andiamo allora a scoprire insieme alcune delle liriche più belle mai scritte sul crepuscolo.

Le poesie sul tramonto
“Tramonto” di Giuseppe Ungaretti
Il carnato del cielo
sveglia oasi
al nomade d’amore
“Portami il tramonto in una tazza” di Emily Dickinson
Portami il tramonto in una tazza
conta le anfore del mattino
le gocce di rugiada.
Dimmi fin dove arriva il mattino
quando dorme colui che tesse
d’azzurro gli spazi!
Scrivimi quante sono le note
nell’estasi del nuovo pettirosso
tra i rami stupefatti quanti passetti
fa la tartaruga
quante coppe di rugiada beve
l’ape viziosa!
E chi gettò i ponti dell’arcobaleno,
chi conduce le docili sfere
con intrecci di tenero azzurro?
Quali dita congiungono le stalattiti,
chi conta le conchiglie della notte
attento che non ne manchi una?
Chi costruì questa casetta bianca
e chiuse così bene le finestre
che non riesco a vedere fuori?
Chi mi farà uscire con quanto mi occorre
in un giorno di festa
per volare via in pompa magna?
“Il tramonto del sole romantico” di Charles Baudelaire
Com’è bello il sole quando freschissimo sorge
e come un’esplosione ci lancia il suo buongiorno!
– Fortunato colui che potrà con amore
salutarne il tramonto più fastoso d’un sogno!
Ricordo… Ho visto tutto, fiore, solco, sorgente
come un cuore in deliquio fremere sotto il suo sguardo…
– Corriamo, è tardi, corriamo verso l’orizzonte,
per afferrarne almeno qualche obliquo raggio!
Ma io inseguo invano il Dio che si nasconde;
la Notte inarrestabile stabilisce il suo regno,
nera e piena di brividi, umida, funesta;
galleggia nelle tenebre un odore di tomba
e il mio piede pauroso sull’orlo dello stagno
urta rospi imprevisti, fredde lumache calpesta.
“Tramonto d’autunno” di Gabriele D’Annunzio
Pronto, su ‘l mar natale
cui nasconde la luna,
ride il sole autunnale,
dolce come la luna.
S’ode il mare pe ‘l lido
gemere, lento e grave.
S’ode talora il grido
fievole d’una nave
che faticosa in vano
lotta co ‘l vento avverso,
o il richiamo lontano
d’un uccello disperso,
o l’improvviso tuono
d’un’onda più gagliarda.
Ride il sole, già prono,
e dolcemente guarda.
Tramonto” di José Saramago
Cos’altro mai puoi dirmi che io non sappia,
vena del sol che sangue dai alla terra,
sfilacciar quieto di nebbia rifratta
tra l’azzurro del mare e il ciel vermiglio?
Quanti tramonti affollano i ricordi,
quante lingue di fuoco sulle acque,
e tutti si confondono, di notte,
quando, calato il sole, chiudi gli occhi.
“Crepuscolo” di Guillaume Apollinaire
Sfiorata dalle ombre dei morti
Sull'erba dove muore il giorno
L'arlecchina s'è spogliata
E specchia il suo corpo nello stagno
Un ciarlatano crepuscolare
Vanta i prossimi giri
Il cielo incolore è costellato
Di astri pallidi come il latte
Sul palco il pallido arlecchino
Saluta subito gli spettatori
Stregoni venuti di Boemia
Qualche fata e gli incantatori
Staccata una stella
la maneggia con le braccia tese
Mentre coi piedi un impiccato
Suona i piatti cadenzando
La cieca culla un bel bambino
Passa la cerva con i suoi cerbiatti
Il nano guarda con un'aria triste
Ingigantire l'arlecchino trismegisto.
