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Perché la Cina sta comprando tutta la soia del mondo

Perché la Cina sta comprando tutta la soia del mondo

La Cina acquista il 60% di tutta la soia del mondo, una percentuale che aumenta di anno in anno. Dietro alla sua incontrollabile fame potrebbe esserci la paura di rimanere senz’acqua.

È impossibile parlare del mercato della soia senza il suo principale protagonista, la Cina, che bene o male acquista il 60% dell’intera produzione mondiale di questa leguminosa. Ultimamente il gigante asiatico sta predisponendo un progetto mastodontico per una nuova ferrovia da quasi 5.000 km nel Sud America, per facilitare lo scambio di soia dalla costa del Perù a quella del Brasile. Questa mossa ha magnetizzato l’attenzione degli esperti, che si sono chiesti il motivo di un investimento tanto imponente. Tra le cause potrebbero esserci il cambiamento climatico e, ancora più preoccupante, l’accaparramento dell’acqua.

La Cina vuole sempre più soia

Il territorio della Cina è immenso, 10 miliardi di km quadrati con i climi più disparati, dalla giungla al deserto. Nel 1995 importava quasi 500.000 tonnellate di soia, oggi siamo arrivati a 73 miliardi di tonnellate, un aumento impressionante che non accenna a fermarsi, dettato dalla crescita del paese, ma non solo. Le regioni un tempo fertili ora sono sempre più aride, con una riduzione costante delle riserve idriche che non riescono più ad essere ripristinate.

Le acque dei fiumi sono così inquinate da non poter essere impiegate nelle operazioni agricole e a questo si aggiunge la costante desertificazioni di altre aree della nazione. Del resto, se si calcola che per coltivare una tonnellata di soia occorrano 1.500 tonnellate di acqua, il quadro diventa davvero preoccupante. Tenendo conto di quanta soia importa quotidianamente la Cina, si scopre che attualmente importa un sesto del suo consumo idrico teorico, se la producesse in casa.

Comprare nel Sud America

Ecco spiegato il perché della costruzione di quasi 5.000 km di ferrovie nel Sud America: la Cina sta appaltando la produzione di soia all’estero, arrivando ad acquistare fino al 60% dell’intera produzione globale, un trend che continua ad aumentare. Il problema è che progetti come quello sudamericano hanno solitamente un impatto ambientale devastante, motivo per cui le associazioni ambientaliste si sono mobilitate.

Il rischio era vedere la foresta amazzonica tagliata in due, facilitando il processo di deforestazione già in atto. Per ora il progetto rimane in stand-by, ma la battaglia della Cina per accaparrarsi più acqua è appena cominciata. Del resto, secondo il ministro dell’acqua Wang Shucheng, «combattere per ogni goccia d’acqua o morire, questa è la sfida che sta affrontando la Cina».


Matteo Buonanno Seves
Matteo Buonanno Seves
Scopri di più
Un giovane laureato in Scienze Gastronomiche con la passione per il giornalismo e il mai noioso mondo del cibo, perennemente impegnato nel tentativo di schivare le solite ricette e recensioni in favore di qualcosa di più originale.
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