I passerotti stanno sparendo: in 40 anni persi 250 milioni di uccelli in Europa

Secondo uno studio gli uccelli in Europa sono in pesante declino e, soprattutto i passerotti, stanno subendo perdite ingenti. Le cause ipotizzate sono diverse, ma le certezze sono al momento poche. I dati non possono, comunque, che generare allarme e ora capire come agire di conseguenza deve risultare una priorità per autorità e singoli.

I passerotti scompaiono
Uno studio condotto da RSPB, BirdLife International e Czech Society for Ornithology ha rivelato dati inquietanti sui passerotti. I ricercatori hanno analizzato 378 delle 445 specie di uccelli nativi di Europa e Regno Unito, per poi evidenziarne i trend di crescita e declino. Hanno così scoperto che negli ultimi 40 anni è scomparso circa un sesto degli uccelli, per una perdita complessiva di 600 milioni di esemplari. I passeri domestici hanno subito il peggiore colpo, con una decrescita della popolazione del 50%, quantificabile in 247 milioni di individui. Lo storno e l’allodola hanno fatto registrare numeri quasi altrettanto allarmanti. 203 specie sono, invece, state protagoniste di inaspettati aumenti, ma per molte la popolazione resta, comunque, limitata.
Il declino dei passerotti
I dati sul declino di passerotti e altri uccelli non giungono, purtroppo inaspettati. Essi confermano, infatti, un trend già osservato in Nord America, dove negli ultimi 5 decenni sono scomparsi circa 3 miliardi di volatili. Gli esperti affermano che il fenomeno è causato da una concomitanza di fattori. L’uomo sta, in primis, intrappolando la natura in spazi sempre più angusti e il degrado degli habitat ha un prezzo. Inquinamento, luminoso e atmosferico, scomparsa degli insetti, cibo per gli uccelli, e frequenti exploit di patologie violente hanno, poi, un impatto altrettanto significativo. Lo studio mostra insomma un ennesimo fallimento nella tutela della biodiversità e considerare le perdite come un fenomeno passeggero non è un’opzione.
Agire
Lo studio sui numeri di passerotti e altri uccelli in Europa dovrebbe far riflettere. I dati rappresentano un ennesimo campanello d’allarme suonato dalla natura e lo studio si configura come una vera e propria chiamata alle armi. In varie realtà i progetti per la salvaguardia di determinate specie, promossi dalle autorità, hanno dato ottimi risultati, ma ciò non sembra bastare. A poter fare la differenza dovrebbero, infatti, essere anche i singoli. Fornire agli uccelli nutrimento nei periodi difficili, adibire una parte del proprio giardino al rewilding o piazzare delle semplici casette-nido, sono solo alcuni degli accorgimenti da poter adottare.
Siamo abituati a considerare i passerotti come un elemento abituale del paesaggio che ci circonda. Oggi questa tendenza a dare per scontati alcuni aspetti dell’ambiente non ha più significato. L’uomo sta rendendo raro ciò che dovrebbe essere, per sua natura, estremamente comune. Essere stati capaci di spingersi tanto oltre, non è certo un vanto.
