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Orsi bianchi, per loro c’è sempre meno cibo

Orsi bianchi, per loro c’è sempre meno cibo

Mentre i ghiacci dell’Artico si sciolgono rapidamente, gli orsi bianchi rischiano di morire di fame perché il cibo per loro scarseggia.

Gli orsi bianchi sono ormai considerati una specie a rischio e ciò è dovuto anche al fatto che la ricerca di cibo sta diventando per loro sempre più complicata. I periodi dell’anno in cui il ghiaccio marino è assente si allungano e ciò obbliga i plantigradi a cercare fonti di nutrimento alternative sulla terraferma. Gli animali sono alle prese con diverse strategie di adattamento, ma, secondo uno studio pubblicato in Nature Communications, purtroppo, nessuna sembra funzionare.

Orsi bianchi, per loro c’è sempre meno cibo
@envatoelements

Cosa mangiano gli orsi bianchi? 

Il cambiamento climatico sta avendo un impatto devastante sulla sopravvivenza degli orsi bianchi perché sta tagliando loro le scorte di cibo. Questi animali trascorrono la maggior parte della propria esistenza sulla banchisa e cacciano muovendosi tra i blocchi di ghiaccio. Si nutrono, dunque, per lo più di foche

Mentre il riscaldamento globale corre, però, gli intervalli di tempo in cui il ghiaccio marino risulta assente si fanno sempre più lunghi. Tra il 1975 e il 2015, infatti, i giorni che hanno visto le acque artiche scoperte sono passati da 110 a 130 e in futuro si attendono ulteriori peggioramenti. In tali fasi gli orsi si vedono costretti tanto a cercare fonti di nutrimento alternative sulla terraferma, quanto a risparmiare energie.

Cibo e orsi bianchi: il problema del clima 

A certificare che il cambiamento climatico sta obbligando gli orsi bianchi a confrontarsi con una sempre crescente scarsità di cibo ci ha pensato un team della Washington State University. I ricercatori hanno seguito, tra il 2019 e il 2022, 20 esemplari di plantigradi, servendosi di imbracature dotate di GPS e videocamere. Gli animali sono stati monitorati durante il periodo critico dell’estate artica, per circa 20 giorni all’anno, e sono stati pesati sia prima sia dopo la fase di assenza del ghiaccio marino. 

Alcuni esemplari hanno affrontato la stagione calda risparmiando energie e rimanendo, quindi, il più possibile inattivi. Altri si sono, invece, avventurati con assiduità sulla terraferma cercando di nutrirsi di uccelli, carcasse di caribù, bacche o erbe. 19 esemplari su 20 hanno finito, però, per perdere peso, con un ritmo di 1 kg al giorno. L’unico orso che non ha subito questa sorte deve la propria fortuna all’essersi imbattuto in un cadavere di foca.

Come risolvere il problema del cibo per gli orsi bianchi? 

Il nuovo studio apre inquietanti prospettive. I dati offrono, infatti, una prova di quanto tali animali stiano faticando ad adattarsi ai cambiamenti connessi al riscaldamento globale. Il nutrimento presente sulla terraferma non può essere considerato un’alternativa accettabile. Le foche permettono, infatti, agli orsi polari di assumere una determinata quantità di grasso, che non è presente nel cibo di ripiego. 

Charles Robbins, coautore dello studio, ha sottolineato che gli orsi bianchi non si differenziano dai grizzly solo per il colore della pelliccia. I secondi arrivano a 360 chilogrammi di peso per 2 metri di lunghezza, mentre i primi raggiungono i 700 kg per 2.5 m. Per mantenere il proprio volume di massa grassa questi ultimi animali devono seguire regimi alimentari ben precisi e il cambiamento climatico rappresenta una minaccia importante.

Gli orsi bianchi hanno sempre più difficoltà a reperire cibo. Nella Baia di Hudson, regione su cui si è focalizzato lo studio, la popolazione di tali mammiferi è già calata del 30% tra gli anni 80 e oggi, dunque il raggiungimento del punto di non ritorno appare vicino. In un Artico che si scalda quattro volte più velocemente del resto del pianeta la preoccupazione è che gli incontri tra plantigradi e umani possano moltiplicarsi.


Alice Facchini
Alice Facchini
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Laureata in Filosofia, credo fermamente che ogni sfaccettatura del sapere umano meriti di essere inseguita. Amo la lettura, gli animali e la natura e penso che solo continuando a farsi domande sia possibile mantenere uno sguardo vigile sul mondo.
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Laureata in Filosofia, credo fermamente che ogni sfaccettatura del sapere umano meriti di essere inseguita. Amo la lettura, gli animali e la natura e penso che solo continuando a farsi domande sia possibile mantenere uno sguardo vigile sul mondo.
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