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“Ode all’ape”, la bellissima poesia di Pablo Neruda

“Ode all’ape”, la bellissima poesia di Pablo Neruda

In “Ode all’ape” Pablo Neruda ci ricorda quanto straordinari siano i piccoli insetti impollinatori e quanto siano importanti per il pianeta.

Ode all’ape” è una poesia scritta da Pablo Neruda nel 1954. Essa fa parte delle Odi Elementari, pubblicate poi nella raccolta Terzo Libro delle Odi nel 1957. Nella lirica il poeta cileno esalta la vita delle api caratterizzata da senso di comunità e sottomissione alla gerarchia, insieme al loro ruolo di impollinatori, e quindi di agenti di trasformazione. La loro capacità di produrre miele non è tenuta meno in considerazione.

Ode all’ape, la bellissima poesia di Pablo Neruda
@envatoelements

Ode all’ape” di Pablo Neruda 

Moltitudine di api! 
Entra ed esce 
dal carminio, dall’azzurro, 
dal giallo, 
dalla più tenera 
morbidezza del mondo: 

entra in 
una corolla 
precipitosamente, 
per affari, 
esce 
con un vestito d’oro 
e gli stivali 
gialli. 

Perfetta 
dalla cintura, 
con l’addome rigato 
da sbarre scure, 
la testolina 
sempre 
pensierosa 
e le ali 
bagnate: 

entra 
in tutte le finestre odorose, 
apre l
e porte della seta, 
penetra nei talami 
dell’amore più fragrante, 

inciampa 
in 
una 
goccia 
di rugiada 
come in un diamante 

e da tutte le case 
che visita 
estrae 
il miele 
misterioso, 
ricco e pesante 
miele, spesso aroma, 
liquida luce che cade a goccioloni, 
finché al suo 
palazzo 
collettivo 

ritorna 
e nelle gotiche merlature 
deposita 
il prodotto 
del fiore e del volo, 
il sole nuziale serafico e segreto! 

Moltitudine d’api! 
Elevazione sacra 
dell’unità, 
collegio 
palpitante! 

Ronzano 
sonori 
numeri 
che lavorano 
il nettare, 
passano 
veloci 
gocce 
d’ambrosia: 

è la siesta 
dell’estate nelle verdi 
solitudini 
di Osorno. Sopra 
il sole inchioda le sue lance 
nella neve, 
risplendono i vulcani, 

ampia 
come 
i mari 
è la terra, 
azzurro è lo spazio, 
ma 
c’è qualcosa 
che rema, è 
il bruciante 
cuore dell’estate, 

il cuore di miele 
moltiplicato, 
la rumorosa 
ape, 
il crepitante 
favo 
di volo e oro! 

Api, 
lavoratrici pure, 
ogivali 
operaie, 
fine, scintillanti 
proletarie, 
perfette, 
temerarie milizie 
che nel combattimento attaccano 
con pungiglione suicida, 

ronzate, 
ronzate sopra 
i doni della terra, 
famiglia d’oro, 
moltitudine del vento, 
scuotete l’incendio 
dei fiori, 
la sete degli stami, 
l’acuto 
filo 
di odore 
che raccoglie i giorni, 

e propagate 
il miele 
oltrepassando 
i continenti umidi, le isole 
più remote del cielo 
dell’ovest. 

Sì: 
la cera innalzi 
statue verdi, 
il miele 
sparga 
lingue 
infinite, 
e l’oceano sia 
un alveare, 
la terra 
torre e tunica 
di fiori, 

e il mondo 
una cascata, 
chioma, 
crescita 
inesauribile 
di favi!

Ode all’ape”: significato 

In “Ode all’ape” Pablo Neruda ci permette di ammirare le straordinarie caratteristiche degli insetti impollinatori. Il poeta ci catapulta all’interno di un paesaggio grazie a una serie di immagini immediate in cui i colori sono assoluti protagonisti. Subito, allora, le api si mostrano con la loro caratteristiche distintiva: la socialità. Non appaiono, infatti, singoli animali ma una moltitudine di insetti. 

Questa schiera viene ritratta mentre svolge il fondamentale lavoro di impollinazione e ne vengono esaltati operosità e coraggio. Le api appaiono, infatti, anche guerriere quando il poeta cileno parla del loro “pungiglione suicida”. La capacità di produrre miele, alimento dalle molte proprietà benefiche, conferisce ulteriore importanza alle api. La lirica si chiude con un’esortazione in cui il poeta invita i piccoli impollinatori a continuare sempre il proprio lavoro.

Ode all’ape”, il messaggio di Neruda 

Ode all’ape” è una poesia di straordinaria attualità. Nella lirica l’autore ci trasmette un messaggio d’amore verso degli insetti che, pur essendo tanto importanti per il nostro pianeta, oggi stanno scomparendo a una velocità allarmante. I versi ci mostrano un mondo naturale in perfetta armonia grazie a ingranaggi ben collaudati. 

Non è, dunque, un caso che il grande assente all’interno dei versi sia l’uomo, l’unico disturbo in grado di alterare equilibri millenari. Senza l’intrusione del genere umano la bellezza di esseri ritenuti tanto ordinari come le api si staglia luminosa e ogni particolare diventa straordinario.

Nella poesia “Ode all’ape” a rendere il tutto ancora più evocativo è la forma tanto solenne scelta per cantare di un elemento tanto semplice. I versi sono brevissimi e i concetti spesso spezzati, ma non per questo meno chiari. Le figure retoriche non mancano e il lessico appare ricercato. Il contrasto dà ancora più risonanza al valore che va riconosciuto ai piccoli insetti, che diventano l’incarnazione di una notevole potenza simbolica.


Alice Facchini
Alice Facchini
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Laureata in Filosofia, credo fermamente che ogni sfaccettatura del sapere umano meriti di essere inseguita. Amo la lettura, gli animali e la natura e penso che solo continuando a farsi domande sia possibile mantenere uno sguardo vigile sul mondo.
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Laureata in Filosofia, credo fermamente che ogni sfaccettatura del sapere umano meriti di essere inseguita. Amo la lettura, gli animali e la natura e penso che solo continuando a farsi domande sia possibile mantenere uno sguardo vigile sul mondo.
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