Per il Dipartimento dell’Energia USA i combustibili fossili ora sono «gas della libertà» e «molecole della libertà». Il cambio è arrivato in una dichiarazione ufficiale rilasciata dal ministero che annunciava l’aumento delle esportazioni dello stabilimento di Quintana, in Texas, che produce gas naturale liquefatto.
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Da combustibili fossi a gas della libertà
«È critico aumentare la capacità di esportazione dello stabilimento per portare il gas della libertà nel mondo, dando agli alleati dell’America una diversa e accessibile fonte di energia pulita». Ha detto il sottosegretario all’energia americano Mark Menezes, mostrando la scelta ufficiale del governo americano. Il presidente USA Donald Trump ha rincarato la dose procedendo a chiamare l’intera esportazione di combustibili fossili come l’esportazione di «molecole della libertà». L’obiettivo statunitense è quello di offrire una alternativa ai partner europei rispetto al gas naturale che arriva dalla Russia, ma la scelta di cambiare il nome non ha certo lasciato indifferenti.
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Non è la prima volta che l’ossessione americana per l’abuso del termine «libertà» fa discutere. Nel 2003 a sottolineare il contrasto con la Francia che si era opposta all’intervento armato in Iraq, le «french fries», le comuni patatine fritte finirono da più parti per essere chiamate «freedom fries», patatine o fritture della libertà. Un provvedimento finì pure al Congresso per rinominare ufficialmente nei menù dei ristoranti i toast alla francese come «toast della libertà».
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Le proteste contro le «molecole della libertà»
La scelta dell’amministrazione Trump ha colto immediatamente proteste sia in casa che all’estero dove molti hanno addirittura pensato che si trattasse solo di uno scherzo. In una sorta di negazionismo climatico, i combustibili fossili trovano un nuovo nome e «gas della libertà» diviene un termine ufficiale: solo l’ultimo capitolo della storia. Nel 2015 il governo statunitense è uscito dagli accordi di Parigi sul clima, contestando come i limiti sulle emissioni fossero controproducenti per l’economia USA. Dalla Casa Bianca nel frattempo continuano venire emanati regolamenti più permissivi nonostante il contrasto con la maggioranza dell’opinione pubblica americana secondo cui il cambiamento climatico è e rimane un pericolo imminente.
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