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Neve artificiale: sulle montagne italiane il bilancio è insostenibile

Neve artificiale: sulle montagne italiane il bilancio è insostenibile

Per l’Italia stagione sciistica è ormai sinonimo di neve artificiale ma, per l’ambiente, tale risorsa è altamente insostenibile

La neve artificiale è ormai diventata parte integrante dei paesaggi invernali in Italia e ciò dal punto di vista ambientale è totalmente insostenibile. A lanciare l’allarme ci ha pensato il report Nevediversa 2023 di Legambiente, che ha rivelato un bilancio preoccupante. Imbiancare le montagne con i cannoni implica infatti un consumo di risorse notevole e crea non pochi problemi agli ecosistemi.

neve artificiale insostenibile
Foto: Hans @Pixabay

Neve artificiale in Italia

Mentre il riscaldamento globale accelera le realtà dipendenti dalla neve artificiale sono in aumento e la situazione, soprattutto in Italia, appare sempre più insostenibile. Nel nostro Paese le piste imbiancate in modo non naturale toccano quota 90%. Si tratta di un record in Europa, dove Austria, Svizzera, Francia e Germania vantano percentuali che si aggirano rispettivamente intorno ai 70, 50, 39 e 25%. Per permettere ai cannoni di funzionare sono, allora, necessarie, acqua, suolo ed energia in quantità.

Corsi d’acqua e laghi, primi fornitori della risorsa idrica, vengono sottoposti a un grande stress, anche se spesso già provati dal clima. Legambiente ha, poi, certificato la presenza nel nostro Paese di 142 bacini artificiali destinati all’innevamento, per una totale di 1.037.377 m2 di superficie occupata. Costruire simili strutture ha dei costi, altera gli equilibri degli ecosistemi e influisce sul paesaggio.

Neve artificiale insostenibile

Legambiente ha mostrato che puntare sulla neve artificiale significa optare per una strategia di adattamento insostenibile. L’Italia deve imbiancare ogni anno quasi 6.781 km di piste. Per 1 m3 di neve artificiale sono necessari circa 3 m3 di acqua, per spese comprese tra 3 e 7 €. Per ricoprire un ettaro di pista con uno strato bianco base di 30 cm e per mantenerlo nel tempo, servono in media 4.000 m3 di acqua.

In una stagione si arriva, dunque, a impiegare più di 96.840.000 m3 di risorsa idrica, valore pari al fabbisogno di una città da un milione di abitanti. In simili dinamiche finirebbero per essere consumati oltre 800 Gw/h di energia. La messa in funzione, durante l’inverno 2022-23, di tutti i cannoni in Italia, per la creazione del primo strato di neve, potrebbe tradursi in costi persino superiori ai 500 milioni di euro.

Un futuro precario

I dati mostrano che presto la dipendenza dalla neve artificiale risulterà sempre più insostenibile. Le precipitazioni sono già diminuite in modo drastico e separare la crisi del turismo invernale dall’emergenza siccità risulta impossibile. Lo strato bianco non naturale, per quanto aumenti l’albedo e possa fare, almeno in parte, da riserva idrica, appare un’alternativa tutt’altro che perfetta. Esso contiene più acqua e risulta più pesante. Sotto di esso il terreno ghiaccia, dunque, più facilmente e il rischio che la vegetazione subisca danni è alto.

Ricorrere all’innevamento artificiale significa, poi, alzare i costi e rendere lo sci, già non economico, ancora meno accessibile. In questo 2023 gli impianti dismessi toccano, così, quota 249, 15 in più dell’anno scorso, e la situazione appare destinata a peggiorare.

Mentre il cambiamento climatico corre la neve artificiale diventa di anno in anno più insostenibile. Più le temperature aumentano, meno i sistemi di innevamento risultano efficienti. Si calcola che nei prossimi anni la quantità di acqua necessaria per far funzionare i cannoni potrebbe crescere fino al 110%. Le strutture che utilizzano strumenti tecnologicamente avanzati sono ancora troppo poche e i costi per gli opportuni adeguamenti appaiono più che proibitivi.


Alice Facchini
Alice Facchini
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Laureata in Filosofia, credo fermamente che ogni sfaccettatura del sapere umano meriti di essere inseguita. Amo la lettura, gli animali e la natura e penso che solo continuando a farsi domande sia possibile mantenere uno sguardo vigile sul mondo.
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Laureata in Filosofia, credo fermamente che ogni sfaccettatura del sapere umano meriti di essere inseguita. Amo la lettura, gli animali e la natura e penso che solo continuando a farsi domande sia possibile mantenere uno sguardo vigile sul mondo.
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