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Nell’Oceano Artico le spugne marine si nutrono anche di fossili

Nell’Oceano Artico le spugne marine si nutrono anche di fossili

Una particolare simbiosi con alcuni batteri permette a particolari spugne marine dell'Oceano Artico di trasformare i fossili in cibo.

Nell’Oceano Artico esistono delle spugne marine che riescono a nutrirsi di fossili. Si tratta dei resti degli animali che hanno vissuto su un vulcano marino oramai estinto. Com'è possibile? Questa straordinaria forma di nutrimento è resa possibile grazie alla simbiosi di questa particolare specie di spugne marine con particolari batteri che permettono la digestione dei fossili.

Nell’Oceano Artico le spugne marine si nutrono anche di fossili
@envatoelements

Le spugne marine sul vulcano estinto

Sappiamo molto poco delle profondità oceaniche, soprattutto quando si parla dell’Oceano Artico. Solitamente, immaginiamo questo ambiente privo di vita (o quasi). Ci sono, però, delle eccezioni incredibili. Ne è un esempio un giardino di spugne marine identificato a partire dal 2016 che riesce a proliferare su un vulcano marino estinto, situato a oltre 4 chilometri di profondità, nutrendosi di fossili.

La scoperta è stata davvero pazzesca. A quella latitudine e profondità infatti è raro trovare delle spugne marine. E, quando ci sono, sono disposte anche a chilometri di distanza una dall’altra. Là, invece, ne erano presenti un gran numero. Alcune avevano addirittura un diametro superiore al metro. Ma di cosa si nutrono per proliferare in quel modo?

Una dieta di fossili

Il fondale dell’Oceano Artico sembra apparentemente senza troppe fonti di cibo. Per questo motivo gli scienziati si sono interrogati sulle modalità di sostentamento delle spugne marine. La scoperta che ne è conseguita è stata ancora più sorprendente. Infatti, quelle spugne marine sono in grado di nutrirsi di alcuni fossili.

Questi ultimi sono costituiti dal guscio tubolare esterno di alcuni vermi marini che proliferavano nei pressi del vulcano quando quest’ultimo era attivo. Tali animali oceanici sopravvivevano grazie al metano che fuoriusciva con l’attività vulcanica. Una volta che quest’ultima si è conclusa, i vermi sono deceduti e i loro gusci tubolari esterni in chitina si sono fossilizzati.

La simbiosi delle spugne marine

La dieta di queste spugne marine rappresenta forse un caso unico in natura. Infatti, questi animali sono in grado di trasformare qualcosa che di fatto non è un alimento in nutrimento. Le spugne marine riescono in questa operazione grazie alla simbiosi che si è instaurata con dei particolari batteri che aiutano a digerire i fossili.

Inoltre, le spugne marine hanno tramandato questa simbiosi grazie al processo di gemmazione. Si tratta di una delle modalità con cui questi animali oceanici possono riprodursi. Nel concreto, la spugna marina crea delle gemmule che diventeranno delle nuove spugne identiche al genitore. In questo modo, anche i batteri simbiotici vengono passati alla nuova generazione.

Una specie di spugna a rischio estinzione

La scoperta delle spugne marine che si nutrono di fossili grazie ad una particolare simbiosi con particolari batteri ha stupito gli scienziati. Ciò ha rivelato che abbiamo ancora tanto da imparare sulla natura che ci circonda e che dobbiamo prendercene cura. Infatti, queste spugne marine che vivono al centro dell’oceano Artico rischiano l’estinzione a causa degli effetti dei cambiamenti climatici.


Emmanuele Occhipinti
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Una passione per la natura coltivata fin da piccolo mi ha condotto a studiare Scienze dell’Ambiente e della Natura ma, in seguito ad un sogno rivelatorio (se si vuole credere a questa versione), mi sono ritrovato con carta, penna ed un sogno nel cassetto.
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