Nel luppolo della birra potrebbero esserci molecole utili contro l’Alzheimer
![Alice Facchini](/_next/image?url=%2Fimages%2Fplaceholder_avatar.webp&w=3840&q=75)
L’Alzheimer è una malattia che colpisce nel mondo milioni di persone e ora la scienza sembra aver individuato nel luppolo della birra un alleato contro di essa. Il nuovo studio, pubblicato in ACS Chemical Neuroscience, ha indagato sulla questione e ha mostrato dati interessanti. Gli addetti ai lavori raccomandano cautela, ma approfondire la ricerca appare una priorità.
![birra contro Alzheimer](https://www.innaturale.com/wp-content/uploads/2023/01/birra-contro-Alzheimer.jpg)
Lo studio
A mostrare che il luppolo della birra potrebbe contenere sostanze utili per la prevenzione dell’Alzheimer ci ha pensato un team dell’Università di Milano-Bicocca. Il lavoro è nato dalla volontà di comprendere meglio quale possa essere il ruolo della dieta nella prevenzione del morbo. Sulla questione hanno indagato nel tempo diversi studi e gli scienziati si sono stavolta concentrati sulle proprietà del luppolo, e dei suoi fiori. Questi, utilizzati per produrre, oltre alla birra, tè e infusi, contengono, infatti, composti capaci di ostacolare la formazione di proteine beta amiloidi, associate all’Alzheimer. Il team ha, dunque, analizzato quattro varietà di luppolo: Cascade, Tettnang, Summit e Saaz. I processi utilizzati per il test sono risultati simili a quelli seguiti nella produzione delle birre.
Luppolo della birra contro l’Alzheimer
Lo studio ha mostrato che nel luppolo della birra ci sono effettivamente molecole potenzialmente in grado di ostacolare l’insorgenza dell’Alzheimer. Tale proprietà dei fiori è attribuibile alla loro ricchezza di antiossidanti. La varietà di luppolo meno efficace è risultata la Cascade, mentre il luppolo Tettnang, molto utilizzato per la produzione di birre lager leggere, si è rivelata la più utile. In test successivi i ricercatori hanno diviso l’estratto in frazioni e hanno evidenziato che esso conteneva grandi quantità di polifenoli. Grazie a questi la Tettnang sembrerebbe anche in grado di aiutare l’organismo a liberarsi delle proteine neurotossiche. L’ipotesi è stata successivamente testata sui vermi C. Elegans. In tale contesto le molecole sono apparse effettivamente capaci di prevenire, almeno in parte, la paralisi correlata al morbo.
Cautela e limiti
I nuovi dati su come il luppolo della birra possa diventare un utile alleato contro l’Alzheimer devono essere interpretati con consapevolezza. Gli addetti ai lavori sottolineano che in nessun modo lo studio afferma che bere possa far bene al cervello o curare una malattia. I fiori di luppolo potrebbero, in futuro, diventare la base di farmaci specifici o far parte di determinate terapie, ma il raggiungimento di tali traguardi è ancora molto lontano.
All’interno della birra, per altro, le molecole implicate nei processi benefici vengono diluite a causa dell’alcool e degli altri ingredienti, e perdono, quindi, di efficacia. I ricercatori si dichiarano, comunque, entusiasti per lo step raggiunto e specificano anche che il lavoro non vuole incentivare il consumo di birre più amare.
Sapere che il luppolo della birra potrebbe rivelarsi utile contro l’Alzheimer apre importanti prospettive. A rendere complicato il trattamento della malattia è soprattutto la discrepanza tra l’avvio dei processi biochimici e l’esordio dei sintomi. Spesso la diagnosi avviene quando il sistema nervoso ha già subito danni irreversibili e la prevenzione diventa la principale arma di difesa. Ogni potenziale progresso in tale ambito merita approfondimento.
Le informazioni contenute in questo articolo sono da intendersi a puro scopo informativo e divulgativo e non devono essere intese in alcun modo come diagnosi, prognosi o terapie da sostituirsi a quelle farmacologiche eventualmente in atto. In nessun caso sostituiscono la consulenza medica specialistica. L’autore ed il sito declinano ogni responsabilità rispetto ad eventuali reazioni indesiderate.
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