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Mitahara, la dieta perfetta per chi pratica yoga

Mitahara, la dieta perfetta per chi pratica yoga

Quale modo migliore, per celebrare la terza Giornata internazionale dello Yoga, se non raccontare una dieta che sposa le stesse filosofie di questo particolare sistema di meditazione e rilassamento? Stiamo parlando della Mitahara, una «dieta concetto» in cui gioca un ruolo fondamentale la consapevolezza di ciò che mangiamo e beviamo, assieme alle conseguenze che queste azioni hanno sul nostro organismo.

Mitahara, più una filosofia che una dieta

«[…] più la dieta è sana e pura e più c’è limpidezza interiore. […] Lo yoga, che pone fine alla sofferenza, è per colui che è misurato nel cibo e nel divertimento […]» Così riporta uno dei testi più importanti dell’induismo, il Bhagavad–gita, riassumendo i cardini di questa filosofia di alimentazione, visto che dieta comincia a sembrare un termine troppo limitante.

Il pensiero alla base è relativamente semplice: il corpo è costituito dal cibo che mangiamo, e l’Ayurveda, la medicina tradizionale indiana di cui abbiamo parlato in un altro articolo, questo lo sa bene. L’alimentazione è trattata con il massimo riguardo, riconoscendola come un tassello imprescindibile per la nostra salute, quasi la stessa considerazione riservata allo yoga.

Quali cibi vengono consigliati?

Per rispondere a questa domanda ci occorre l’aiuto di un altro testo indiano, il Hathapradipika, scritto dal saggio yogico Svātmārāma, che recita: «I buoni cereali: grano, riso, orzo e sastika (una varietà di riso), latte, ghee, zucchero, burro, dolci di zucchero, miele, zenzero secco, il frutto di patolaka (o paravara, una specie di cocomero), le cinque verdure fogliose, ceci verdi ed acqua di pioggia […] sono considerati cibi sani per lo yogi progredito»

Considerando i secoli che ci separano dall’autore di queste parole meglio evitare l’acqua piovana, ma a parte questo si possono considerare perlomeno indicazioni interessanti. Non sono solo i cibi a fare la differenza ma anche l’approccio che si ha al mangiare: la sensazione di pesantezza a fine pasto sarebbe assolutamente da evitare, almeno secondo la Mitahara, che invece ci vuole sempre morigerati e leggeri, pronti per una sessione di yoga.

Fonti: satiyoga.com - wikipedia.org - greenmedinfo.com - leviedeldharma.it

Le informazioni contenute in questo articolo sono da intendersi a puro scopo informativo e divulgativo e non devono essere intese in alcun modo come diagnosi, prognosi o terapie da sostituirsi a quelle farmacologiche eventualmente in atto. In nessun caso sostituiscono la consulenza medica specialistica. L’autore ed il sito declinano ogni responsabilità rispetto ad eventuali reazioni indesiderate.


Matteo Buonanno Seves
Matteo Buonanno Seves
Scopri di più
Un giovane laureato in Scienze Gastronomiche con la passione per il giornalismo e il mai noioso mondo del cibo, perennemente impegnato nel tentativo di schivare le solite ricette e recensioni in favore di qualcosa di più originale.
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