Migrazione assistita: spostare gli alberi per aiutarli a sopravvivere

Le piante contribuiscono a mantenere la Terra un pianeta idoneo per la vita così come la conosciamo. Eppure, nonostante il loro ruolo chiave per la sopravvivenza di molte specie animali, stanno scomparendo a causa dell’attività dell’uomo e degli incendi. Tuttavia, è possibile aiutare gli alberi a sopravvivere grazie alla così detta “migrazione assistita”.

Il futuro degli alberi
La deforestazione, gli incendi e i cambiamenti climatici sono tra le principali minacce di molti alberi. Ad esempio, in California, nel 2016 gli effetti del cambiamento climatico hanno provocato la morte di 62 milioni di alberi, mentre nel 2020 sono bruciati 4,2 milioni di acri.
Se non si cambia questo trend, il futuro delle foreste è più che cupo. Solo prendendo alcuni esempi dagli Stati Uniti, si stima che entro il 2030 il 75% delle sequoie possa scomparire dal suo habitat originario in California. Inoltre, anche l’innalzamento del livello del mare sta causando delle stragi nel mondo vegetale: una buona parte dell’habitat del cedro bianco atlantico è già scomparso dal New Jersey.
La migrazione assistita
Negli Stati Uniti un gruppo di scienziati che studia le calamità che colpiscono le foreste sta lavorando su un progetto per aiutare gli alberi a sopravvivere. Per raggiungere questo obiettivo, spostano gli alberi con il processo chiamato “migrazione assistita”. Nel concreto, i ricercatori aiutano le piante a “spostarsi”. Come? Prendendo i loro semi, facendoli crescere e trapiantando i nuovi alberi in aree dove possono trovare un ambiente simile a quello originario o adattarsi con facilità, ma lontano da eventuali pericoli.
Il termine “migrazione assistita” è stato coniato nel 1992 dai genetisti forestali F. Thomas Ledig e JH Kitzmiller. Dopo l’esperienza di questi scienziati, diversi biologi l’hanno praticata per spostare le foreste prima che queste scomparissero.

Anche gli alberi si spostano
Nell’immaginario collettivo gli alberi non si muovono da dove hanno piantato le radici. Tuttavia, anche le specie vegetali si possono spostare verso luoghi più ospitali dove crescere. Lo fanno in termini di popolazione: le nuove piante non crescono dove l’ambiente è sfavorevole ma in altre aree, di fatto spostando così la presenza di una data pianta.
Le foreste sono simili alle città, solo che sono popolate da alberi: gli individui che le compongono interagiscono tra loro, si organizzano, si difendono… Gli studi più recenti stanno rivelando tutta la complessità degli alberi che prima era ignorata, data la loro enorme differenza rispetto alle specie animali, che sentiamo più vicine all’uomo.
Le foreste “migrano” molto lentamente. Normalmente si spostano ad una media di circa 1.640 piedi all’anno (poco meno di 500 metri). Per sopravvivere con i cambiamenti climatici in atto dovrebbero raggiungere una velocità dieci volte superiore. Senza poi contare che la presenza di autostrade e città spesso ne impedisce lo spostamento. La “migrazione assistita” potrebbe rivelarsi quindi una buona soluzione.
