Migranti climatici: la situazione disperata del Guatemala

L’impatto del riscaldamento globale è ormai ovunque sempre più devastante e il numero dei migranti climatici è oggi in continuo aumento. Il Guatemala offre, purtroppo, un perfetto esempio del dramma in corso e in futuro la situazione sembra solo destinata a peggiorare. Gli scienziati hanno ormai lanciato l’allarme a livello globale e agire in fretta appare conveniente e doveroso.

La situazione in Guatemala
I migranti climatici in Guatemala si stanno moltiplicando. Nel Paese, dopo una lunga siccità, si sono susseguite piogge torrenziali e uragani e ciò ha avuto conseguenze devastanti. Un quinto della popolazione vive ciò che l’ONU definisce un alto livello di insicurezza alimentare. La metà dei bambini al di sotto dei 5 anni soffre poi di malnutrizione cronica. In molte zone i terreni risultano ormai prosciugati e improduttivi e gli agricoltori hanno difficoltà persino a sfamare le proprie famiglie. L’unica soluzione resta, dunque, in diversi casi, la migrazione. Molti si spostano all’interno dello stato verso le città, in cerca di lavoro, ma migliaia di persone ogni anno si vedono costrette a puntare agli USA.
Un futuro di migrazioni climatiche
La situazione dei migranti climatici risulta allarmante. Secondo il Climate Impact Lab le prospettive future non sono buone. Gli scienziati si sono concentrati sul Dry Corridor, una striscia del Centro America tra Messico e Panama, dove dominano povertà e colture di grano. Qui i periodi di siccità si intensificheranno, per essere intervallati solo da piogge violente e uragani. Nicholas Depsky, fra i principali autori dei lavori, ha spiegato che da tale zone, all’Asia sud-orientale il numero di sfollati a causa del clima aumenterà a dismisura. Le conseguenti migrazioni finiranno inevitabilmente per alimentare conflitti internazionali o tensioni politiche interne significative e gli USA ne offrono purtroppo già un esempio.
Intervenire per i migranti climatici
Cercare di agire a vantaggio dei migranti climatici è una priorità. A costituire un problema è, in primis, la mancanza di una definizione per tale categoria. Il cambiamento climatico risulta raramente la principale ragione di uno spostamento, ma, in molti casi, ne è parte integrante. Stabilire coerentemente quale sia il ruolo del clima e garantire a questi particolari migranti una tutela legale è allora fondamentale. È necessario, poi, comprendere che a volte riscaldamento globale diventa sinonimo di morte. Nessuno vuole essere costretto a lasciare il proprio Paese, ma, soprattutto, non tutti hanno la possibilità di farlo. Intervenire sulle emissioni rimane l’unica strategia.
Il quadro relativo ai migranti climatici dovrebbe far suonare per ciascuno di noi ben più di un campanello di allarme. La situazione del Guatemala ci ricorda, in modo drammatico, quanto l’impatto del riscaldamento globale possa colpire in modo asimmetrico. Per non essere doppiamente colpevoli, e due volte irresponsabili, rispondere alle chiamate che il pianeta ci sta da tempo rivolgendo è la nostra unica opzione.
