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Mare, presto potremmo non sentire più il suo odore a causa del clima

Mare, presto potremmo non sentire più il suo odore a causa del clima

Presto l’odore del mare potrebbe diventare un lontano ricordo a causa dei cambiamenti climatici con conseguenze preoccupanti per ecosistemi e uomo

L’odore del mare sta cambiando e la colpa è del clima. Il riscaldamento globale sta alterando gli equilibri di questo prezioso ambiente e, secondo una ricerca pubblicata in Frontiers in Marine Science, le conseguenze del mutamento potrebbero essere devastanti. Noi umani non saremo i primi ad accorgercene, ma, data la nostra elevata dipendenza dagli ecosistemi marini, l’innescarsi di un effetto domino appare inevitabile.

odore mare clima
Foto: Evelyn Chong @Pexels

Lo studio su odore del mare e clima

A mostrare come l’odore del mare stia cambiando ci ha pensato un team della Stazione Zoologica Anton Dohrn. Il lavoro è stato portato a termine all’interno di un più ampio progetto sull’acidificazione degli oceani e ha mostrato inquietanti evidenze. I ricercatori hanno condotto esperimenti su due diatomee, alghe unicellulari, Cocconeis scutellum var. parva e Diploneis sp. e sulla microalga Ulva prolifera. Le hanno dunque coltivate a due diverse condizioni di Ph, poiché temperature in aumento e livelli di CO2 influiscono su tale variabile. Hanno, poi, isolato la loro biomassa per analizzare i composti organici volatili rilasciati. Hanno, dunque, cercato di capire come le alterazioni possano influenzare la comunicazione.

Quanto conta l’odore del mare?

Che il clima sia in grado di alterare persino l’odore del mare rappresenta un dato allarmante. In questo ambiente la comunicazione è estremamente dipendente dall’olfatto. Molti organismi sono, infatti, in grado sia di recepire i segnali chimici per contatto, sia di interpretarli a distanza, decodificandoli in base a diverse variabili. L’acidificazione favorita dal riscaldamento globale mette, però, in pericolo l’intera dinamica e rischia, quindi, di alterare il comportamento di vari animali. Secondo certe teorie alcuni potrebbero persino diventare incapaci di riconoscere predatori o prede e avere importanti problemi nella riproduzione. L’entità di tali stravolgimenti non è ancora ben chiara e progredire nella ricerca appare vitale.

Un futuro preoccupante

Capire quanto un cambiamento nell’odore del mare, determinato dal clima impazzito, possa avere un impatto esteso su umanità e natura è una priorità. Alterare i rapporti tra predatori e prede, o danneggiare i processi riproduttivi, significa, infatti, stravolgere interi ecosistemi e le cosiddette reti trofiche a essi connesse. Ciò si ripercuoterebbe sull’uomo, ben prima che questi si accorga del cambiamento olfattivo. Le scorte ittiche non potrebbero, infatti, che diminuire. I ricercatori temono in particolare per quegli ambienti ad alta biodiversità, come le praterie di Posidonia Oceanica. La paura è che si inneschi un circolo vizioso, in cui gli ambienti perdano progressivamente la loro capacità di sequestro del carbonio a scapito della lotta al cambiamento climatico.

Pensare che il clima in perenne mutamento possa modificare persino l’odore del mare non può che stupire. Fermarsi alla meraviglia non è, però, un’opzione. Da animali razionali ci siamo abituati a considerare l’olfatto come un elemento marginale delle nostre vite. Il rischio è che, quando ci ricorderemo di usarlo, sarà già troppo tardi.


Alice Facchini
Alice Facchini
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Laureata in Filosofia, credo fermamente che ogni sfaccettatura del sapere umano meriti di essere inseguita. Amo la lettura, gli animali e la natura e penso che solo continuando a farsi domande sia possibile mantenere uno sguardo vigile sul mondo.
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Laureata in Filosofia, credo fermamente che ogni sfaccettatura del sapere umano meriti di essere inseguita. Amo la lettura, gli animali e la natura e penso che solo continuando a farsi domande sia possibile mantenere uno sguardo vigile sul mondo.
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