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Mangiare vegano è solo per radical-chic?

Mangiare vegano è solo per radical-chic?

Spesso siamo portati a credere che mangiare vegano sia appannaggio solo delle nazioni più ricche, ma ci sono molti fattori da considerare.

Le diete vegane e vegetariane sono sempre più diffuse, con un aumento tendenzialmente costante nelle nazioni più ricche del globo. Qualcuno l’ha definita una moda da radical-chic, ma molti studi scientifici l’hanno sottolineato come la diminuzione del consumo di carne avrebbe un impatto estremamente positivo sull’ambiente. Eppure una correlazione tra la ricchezza di un paese e la facilità di accesso ad alimenti vegani potrebbe esserci.

Agli uomini piace la carne

Il consumo di carne aumenta in tutto il mondo di circa il 3% all’anno dal 1960. Bene o male sempre costante, questo incremento tiene conto della relativa diminuzione dei consumi nei paesi più sviluppati così come dell’aumento in quelli più poveri.

Questa sempre maggiore voglia di carne si è notata soprattutto in Cina, dove il consumo di carne e derivati è quasi quadruplicato nell’arco di qualche decina di anni. Agli esseri umani piace la carne e più i paesi emergenti acquistano sicurezza economica più i loro cittadini bramano la classica bistecca.

Quanti sono davvero i vegani?

Nei paesi più ricchi sembrerebbe che il dato sia a favore di una diminuzione del consumo di carne, ma c’è qualcosa che non torna: alcuni sondaggi parlano di vegani fino al 10% della popolazione in certi paesi dell’Europa, altri invece riportano percentuali più molto più basse. È interessante anche notare la discrepanza dei dati raccolti attraverso sondaggi rispetto a studi dedicati allo stesso argomento. Si scopre così che, per esempio, negli Stati Uniti il 25% delle persone tra i 25 e i 34 anni si dichiarano vegane, ma secondo diversi studi l’età media dei vegani negli USA è di 42 anni. Qualcosa non torna. E se prima si pensava che mangiare vegano fosse appannaggio solo dei «radical-chic» nei paesi più ricchi, oggi questa certezza è venuta meno.

A livello globale, il paese con la percentuale di vegani più alta è l’India, dove quasi un terzo delle persone non mangiano carne per ragioni prettamente religiose. Subito dopo si collocano Messico e Polonia, non certo considerati tra i paesi più ricchi del mondo. Come detto prima questi dati vanno presi con le pinze, ma sono abbastanza significativi nel fotografare le percentuali di vegetariani e vegani nel mondo.

Flexitariani alla ribalta

A registrare invece un successo più significativo sono i flexitariani, quel gruppo di persone che mangiano prevalentemente frutta e verdura ma ogni tanto si concedono carne e prodotti derivati dagli animali. E in effetti, da questo punto di vista, i ricercatori sono concordi: non serve eliminare del tutto dalla propria dieta la carne, bisognerebbe semplicemente ridurla drasticamente, soprattutto quella rossa.

Nei paesi più ricchi però la maggior parte delle proteine necessarie per la dieta arrivano dalla carne, mentre in quelli più poveri viene da prodotti di origine vegetale, come i legumi. Se i principali stati consumatori di carne optassero per integrare sempre più ortofrutta nella loro dieta ne gioverebbe la loro salute ma anche il pianeta. Non c’è modo migliore per indurre questo cambiamento che aumentare la disponibilità di alternative vegane e vegetariane nelle nazioni più ricche, sensibilizzando le nazioni emergenti sugli svantaggi di un eccessivo consumo di carne.


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