Le poesie più famose sull’estate

L’estate rappresenta un momento di svolta all’interno dei cicli naturali e a essa sono state dedicate nel corso della storia diverse poesie famose. Alcuni autori hanno insistito sulla bellezza dell'ambiente che rifiorisce, mentre altri si sono concentrati sulla felicità che il paesaggio sa trasmettere all’uomo. Andiamo, allora, a scoprire insieme alcuni dei componimenti più emozionanti dedicati alla bella stagione.

Poesie più belle e famose sull’estate
“Estate” di Pablo Neruda
Ardono i seminati,
scricchiola il grano,
insetti azzurri cercano ombra,
toccano il fresco.
E a sera
salgono mille stelle fresche
verso il cielo cupo.
Son lucciole vagabonde.
crepita senza bruciare
la notte dell’estate.
“D’Estate” di Giovanni Pascoli
Le cavallette sole
sorridono in mezzo
alla gramigna gialla.
I moscerini danzano al sole
trema uno stelo
sotto una farfalla.
“Estate” di Herman Hesse
Improvvisamente fu piena estate.
I campi verdi di grano, cresciuti e
riempiti nelle lunghe settimane di piogge,
cominciavano a imbiancarsi,
in ogni campo il papavero lampeggiava
col suo rosso smagliante.
La bianca e polverosa strada maestra era arroventata,
dai boschi diventati più scuri risuonava più spossato,
più greve e penetrante il richiamo del cuculo,
nei prati delle alture, sui loro flessibili steli,
si cullavano le margherite e le lupinelle,
la sabbia e le scabbiose, già tutte in pieno rigoglio
e nel febbrile, folle anelito della dissipazione
dell’approssimarsi della morte
perché a sera si sentiva qua e là nei villaggi il chiaro,
inesorabile avvertimento delle falci in azione.
“Estate” di Salvatore Quasimodo
Cicale, sorelle, nel sole
con voi mi nascondo
nel folto dei pioppi
e aspetto le stelle.
“Vento di prima estate” di Giorgio Caproni
A quest’ora il sangue
del giorno infiamma ancora
la gota del prato,
e se si sono spente;
le risse e le sassaiole
chiassose, nel vento è vivo
un fiato di bocche accaldate
di bimbi, dopo sfrenate
rincorse.
“Notte d’Estate” di Federico Garcia Lorca
L'acqua della fonte
suona il suo tamburo
d'argento.
Gli alberi
tèssono il vento
e i fiori lo tingono
di profumo.
Una ragnatela
immensa
fa della luna
una stella.
“Di Luglio” di Giuseppe Ungaretti
Quando su ci si butta lei,
Si fa d’un triste colore di rosa
Il bel fogliame.
Strugge forre, beve fiumi,
Macina scogli, splende,
È furia che s’ostina, è l’implacabile,
Sparge spazio, acceca mete,
È l’estate e nei secoli
Con i suoi occhi calcinanti
Va della terra spogliando lo scheletro.
