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Le poesie più belle di Emily Dickinson sulla natura

Le poesie più belle di Emily Dickinson sulla natura

Scopriamo insieme alcune delle poesie più belle sulla natura di Emily Dickinson, una delle più celebri poetesse americane

Emily Dickinson, nata in Massachusetts nel 1830, è senza dubbio una delle presenze letterarie più importanti e interessanti dell’Ottocento. Dalla solitudine all’angoscia esistenziale, dall’amore all’eternità, dalla fragilità del reale alla morte: la poetessa americana affronta i grandi temi della vita attraverso le piccole cose quotidiane. Dopo aver compiuto venticinque anni, Emily Dickinson decide di consacrarsi ad una vita solitaria e inizia, così, a intraprendere un cammino di crescita spirituale verso la profonda conoscenza dell’animo umano. La sua poetica affonda le radici proprio nella meditazione, nell’osservazione e nella contemplazione della natura e dell’ambiente che ci circonda. Ecco alcune delle poesie più belle di Emily Dickinson sulla natura da non perdere!

Emily Dickinson poesie natura
@envatoelements

Le poesie più belle di Emily Dickinson sulla natura

Natura è tutto ciò che noi vediamo:
il colle, il pomeriggio, lo scoiattolo,
l’eclissi, il calabrone.
O meglio, la natura è il paradiso.
Natura è tutto ciò che noi udiamo:
il bobolink, il mare, il tuono, il grillo.
O meglio, la natura è armonia.
Natura è tutto quello che sappiamo
senza avere la capacità di dirlo,
tanto impotente è la nostra sapienza
a confronto della sua semplicità.

L’erba ha così poche occupazioni
un mondo di semplice verde
con solo farfalle su cui meditare
e api da ospitare
non ha da fare altro che cullarsi
tutto il giorno ai suoni melodiosi
che le brezze portano leggere
e accogliere in grembo la luce
e inchinarsi ad ogni cosa
e infilare le gocce di rugiada
come perle, per tutta la notte
e diventare così raffinata
che una duchessa invano attenderebbe
da lei un invito, un saluto, un’attenzione.
E quando muore, non fa che trapassare
in odori divini
come umili spezie addormentate
o nardi che si spengono
per poi finire in supremi fienili
e sognare tutti i giorni.
L’erba ha così poche occupazioni
mi piacerebbe tanto essere fieno.

Quattro alberi su un campo solitario
senza disegno
o ordine, o azione apparente
rimangono
il sole di mattina li incontra
e il vento
vicino più prossimo non hanno
che Dio
Il campo dà loro spazio
essi a lui attenzione di viandante
di ombra, forse di scoiattolo
o ragazzo
Quale la loro azione nella natura complessiva
quale piano
essi individualmente ritardino o compiano
ignoto
Vi dirò come sorse il sole
un nastro dopo l’altro
i campanili nuotavano nell’ametista
la notizia, come scoiattoli, corse
le colline di slegarono i cappucci
i bobolink iniziarono
allora dissi fra me e me sottovoce
“Deve essere stato il sole!”
Ma come tramontò non saprei
sembrava esserci una staccionata purpurea
che bambine e bambini dorati
saltavano tutto il tempo finché
quando arrivarono dall’altra parte,
un maestro in abito grigio
alzò piano le sbarre serali
e portò via il suo gregge.

Non sapendo quando l’alba possa venire
lascio aperta ogni porta,
che abbia ali come un uccello
oppure onde, come spiaggia.
Se tu dovessi venire in autunno
mi leverei di torno l’estate
con un gesto stizzito e un sorrisetto,
come fa la massaia con la mosca.
Se entro un anno potessi rivederti,
avvolgerei in gomitoli i mesi,
per poi metterli in cassetti separati
per paura che i numeri si mescolino.
Se mancassero ancora alcuni secoli,
li conterei ad uno ad uno sulla mano
sottraendo, finché non mi cadessero
le dita nella Terra di Van Dieman.
Se fossi certa che, finita questa vita,
io e te vivremo ancora
come una buccia la butterei lontano
e accetterei l’eternità all’istante.
Ma ora, incerta della dimensione
di questa che sta in mezzo,
la soffro come l’ape-spiritello
che non preannuncia quando pungerà.

Ghirlande per le regine, forse.
Alloro per chi eccelle
con l’anima o la spada.
Ah, ma ricordandosi di te,
la natura nella sua cortesia
la natura nella sua benevolenza
la natura nella sua equità
consacrò la rosa!


Cristina Morgese
Cristina Morgese
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Dopo aver conseguito la Laurea in Storia dell'arte e il Master in Management Museale, lavoro freelance come giornalista, copywriter e content creator. Non credo a confini già delineati, per questo mi piace oltrepassarli e trovare i fili nascosti che legano discipline diverse tra loro.
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Dopo aver conseguito la Laurea in Storia dell'arte e il Master in Management Museale, lavoro freelance come giornalista, copywriter e content creator. Non credo a confini già delineati, per questo mi piace oltrepassarli e trovare i fili nascosti che legano discipline diverse tra loro.
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