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La turbina eolica più grande al mondo

La turbina eolica più grande al mondo

In America stanno progettando un nuovo tipo d turbina eolica per la produzione di energia rinnovabile. La sua caratteristica principale? Sarà più alta dell’Empire State Building.

Più della metà della nuova produzione energetica Europea viene dal vento. Il nostro continente è costellato di fattorie del vento, sia onshore (sulla terraferma) che offshore (nel mare). Secondo il report 2016 di Wind Europe, le installazioni di nuove turbine eoliche sono aumentate costantemente dal 2005, facendo del vento la seconda forma di produzione di energia della Comunità Europea. L’Italia ha incrementato le installazioni, arrivando ad un 2.3% in più nella produzione energetica. Un bel traguardo, ma la ricerca continua: l’Università della Virginia sta progettando un prototipo di turbina di proporzioni gigantesche.

Più alta dell’Empire State Building

L’Università della Virginia (USA), in collaborazione con altre università americane, sta portando avanti dal 2016 un progetto per la costruzione di una nuova tipologia di turbine eoliche in grado di produrre fino a 50 MW di energia rinnovabile. Le misure di questa impresa superano di ben 57 metri l’Empire State Building, come riportato dell’articolo di Scientific America: 500 metri di altezza, con pale eoliche di 200 metri. Il principio che spinge i ricercatori a progettare un esemplare di queste dimensioni è «più grande, più energia». In questo modo ci sarebbe bisogno di meno impianti per produrre la stessa quantità di energia, se non addirittura maggiore. L’America in questi ultimi 9 anni ha triplicato la capacità di produzione di energie rinnovabili, con zone on-shore e offshore. Questo prototipo verrà posto nell’oceano Atlantico, lontano 80 km dalla terraferma.

Grandi progetti, grandi problemi

Le dimensioni a cui sperano di arrivare presuppongono non pochi problemi: ad esempio, ponendo questa struttura così lontano dalla costa, dovrà essere in grado di sopportare venti molto forti, ma soprattutto tempeste. Per risolvere questo problema, i tecnici si sono rivolti allo studio delle palme. L’albero tropicale è molto spesso soggetto a venti che arrivano anche a centinaia di chilometri orari: per sua natura, il tronco è molto flessibile e piegandosi a seconda del vento non viene spezzato; le foglie seguono l’andamento del vento invece di opporvi resistenza.

Allo stesso modo, questa nuova turbina eolica verrà costruita con materiali più leggeri, flessibili; soprattutto, il design delle pale si rifarà alla forma delle foglie di palma e nel caso in cui il vento soffiasse in direzione contraria, si piegheranno. Ad esempio, come si può vedere nel filmato qui sotto, nel momento in cui la turbina eolica si trovasse in una tempesta in cui il vento sopraggiunge da dietro le pale eoliche si piegherebbero in avanti, evitando di spezzarsi.

Altro cambiamento sostanziale da apportare riguarda sempre le pale: non più tre, come siamo abituati a vedere, ma solo due. Essendo lunghe 200 metri il loro trasporto e montaggio potrebbe essere molto difficile, ma le stanno progettando in modo da essere componibili. Il vantaggio di sfruttare materiali molto più leggeri sta anche in questo. La loro struttura sarà in grado di sopportare venti fino a 253 km/h e non lavoreranno più contro vento, bensì seguiranno l’andamento dell’aria in quel dato momento. Il sistema che regola l’andamento delle pale verrà anch’esso modificato, aggiungendo un congegno di sicurezza che lo arresta nel momento in cui la velocità del vento si aggira intorno agli 80-95 km/h, lasciandole girare autonomamente.

La ricerca per la turbina eolica prosegue fino al 2019

Per il momento il team di ricercatori sta lavorando su di un prototipo in scala di 2 metri, ma si augurano di poter arrivare nel più breve tempo possibile all’installazione di uno da 20 metri in Colorado. Le capacità di produzione di questa turbina eolica sarebbero in grado di soddisfare molta più richiesta energetica. Basti pensare che un modello comunemente usato è alto 70 metri, con pale da 50 metri: riesce a produrre da 1 a 5 MW di potenza, in grado di mantenere il fabbisogno energetico di 1100 case. Questo nuovo progetto, se dovesse andare in porto, porterebbe un aumento considerevole dell’energia sfruttando meno suolo.


Carlotta Pervilli
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Laureata in Storia, ma appassionata di giornalismo. Disorientata tra conflitti mondiali e ambiente, resta certa solo di una cosa: l’essere curiosa.
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