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La Colombia dice basta a nuove prospezioni di petrolio e gas

La Colombia dice basta a nuove prospezioni di petrolio e gas

Dopo decenni di economia fondata su gas e petrolio, la Colombia decide di puntare sul turismo e sulle fonti rinnovabili

Il turismo e le energie rinnovabili sono settori economicamente e ambientalmente migliori su cui puntare in futuro. Con questa convinzione, dopo una storica dipendenza da petrolio e gas, la Colombia ha deciso di non autorizzare più nuove esplorazioni. Una decisione coraggiosa e lungimirante che, però, ha incontrato alcune critiche, anche da parte del mondo ambientalista.

colombia petrolio gas
Foto: drpepperscott230@Pixabay

Fonti fossili e fonti rinnovabili nel Paese

I giacimenti della Colombia hanno sempre viaggiato su ordini di grandezza di miliardi di barili di petrolio. Non per niente, nel 2020, con una percentuale del 45%, l’oro nero rappresentava il bene più esportato del Paese, e faceva della Colombia il 18° esportatore al mondo. Clienti principali erano Stati Uniti, Cina, Panama, India e Santa Lucia.

C’è da dire, però, che dal 2020 la produzione è calata, passando da 808.000 barili al giorno a 760.000 nel 2021 e 740.000 nel 2022. Allo stesso tempo, in quanto a ventosità e radiazione solare, la Colombia può vantare degli indici fra i più alti del mondo. Si parla di picchi di 9 m/s nella parte caraibica per la prima, e di 4.9-5.5 kWh/m2/giorno per la seconda (la media globale è 3.9, quella della Sicilia 5.4).

Per la Colombia, turismo e fonti rinnovabili meglio di gas e petrolio

Lo scorso 19 gennaio, in occasione del “World Economic Forum” di Davos, è stata annunciata la decisione: la Colombia non consentirà più nuove prospezioni di petrolio e gas nei suoi confini.

"Abbiamo deciso di non concedere nuovi contratti di esplorazione di petrolio e gas e, anche se la questione è stata molto controversa, è un chiaro segno del nostro impegno nella lotta contro il cambiamento climatico", ha dichiarato Irene Vélez, Ministro delle Miniere e dell’Energia. "Questa decisione è assolutamente urgente e necessita di un'azione immediata".

Questo argomento era già stato un punto chiave della campagna elettorale degli scorsi mesi di Gustavo Petro, il neoeletto Presidente del Paese. Un punto più volte smentito da José Ocampo, Ministro delle Finanze, che dichiarava che la Colombia sarebbe rimasta aperta a nuove esplorazioni di combustibili, visto il grosso peso che hanno nell’economia della Nazione.

Ma oggi Petro conferma le parole di Vélez: “Siamo convinti che un forte investimento nel turismo, viste le bellezze del nostro Paese, e la capacità e il potenziale che ha di generare energia pulita, possa, nel breve periodo, colmare perfettamente il vuoto lasciato dai combustibili fossili”.

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Foto: Darren Lawrence@Pexels

Le critiche

Secondo gli economisti, fermare all’improvviso le esplorazioni di petrolio e gas non avrebbe chissà quale effetto sulla domanda globale, ma di sicuro colpirebbe l’economia della Colombia. Di un parere simile anche Manuel Rodríguez, ex Ministro dell’Ambiente: “Questa è un'idea infantile e populista basata su una falsa narrativa perché, secondo gli studi, perderemo diversi punti di PIL senza avere quasi alcun effetto sul consumo globale di combustibili fossili. Un altro Paese produttore di petrolio, semplicemente, prenderà il posto della Colombia”.

Delle critiche sono arrivate anche dal mondo ambientalista. Le questioni ambientali principali del Paese sono altre, legate all’allevamento e all’agricoltura intensivi che disboscano la Foresta Amazzonica.


Enrico Becchi
Enrico Becchi
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Scrittore, divulgatore scientifico, giornalista. Con quello che scrivo e racconto cerco di rendere le persone consapevoli di sé stesse e del mondo spaziando fra tanti ambiti, fra le scienze naturali e le scienze di frontiera.
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