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La cena di un dinosauro: come la CO2 cambia le piante

La cena di un dinosauro: come la CO2 cambia le piante

Gli scienziati hanno ricreato la cena di un dinosauro imitando l’alimentazione di milioni di anni fa. L’obiettivo era verificare come la CO2 cambia i nutrienti nelle piante di cui ci nutriamo oggi.

La cena dei dinosauri è stata riprodotta in laboratorio dai ricercatori dell’Università di Leeds. Ricreando le condizioni di milioni di anni fa gli scienziati sperano di risolvere un problema decisamente attuale: come diversi livelli di anidride carbonica influenzano i nutrienti presenti nelle piante di cui ci nutriamo tutti i giorni.

La cena di un dinosauro in laboratorio

Guardando indietro 150 milioni di anni, la dieta dei dinosauri erbivori consisteva di piante assai diverse da quelle di cui ci nutriamo oggi. Non solo per le specie differenti, ma anche per le condizioni atmosferiche presenti. Da anni gli scienziati stanno cercando di stabilire come l’innalzarsi dei livelli di anidride carbonica nell’atmosfera modifichi i nutrienti presenti nelle piante. Secondo i ricercatori dell’Università di Leeds in Gran Bretagna, la risposta può arrivare ricreando la cena di un dinosauro.

Secondo l’ipotesi attuale, piante cresciute in una atmosfera con forte presenza di CO2 hanno minore valore nutrizionale. Eppure i risultati del team di ricercatori britannici ha dato risultati differenti. In laboratorio i ricercatori hanno fatto crescere alcune piante che si ritiene facessero parte della dieta dei dinosauri erbivori ancora 150 milioni di anni or sono come, code di cavallo e ginkgo biloba. Le piante sono state fatte crescere in una atmosfera simile a quella presente quando i rettili dominavano il pianeta.

Anidride carbonica e nutrienti: risultati inaspettati

Con un processo di fermentazione artificiale i ricercatori hanno simulato la digestione delle piante da parte dei sauropodi. Questo ha permesso di determinare il valore nutrizionale delle piante digerite dopo la cena di un dinosauro. Il risultato è stato inaspettato. Nella ricerca pubblicata sulla rivista Palaeontology, molte delle piante analizzate in questo modo avevano di fatti una maggiore concentrazione di nutrienti

Questo significa che, ai tempi dei dinosauri, era possibile mangiare meno piante per ottenere sufficiente energia per le attività quotidiane. Il metodo offre prospettive interessanti per i paleontologi permettendo di indagare la dieta di diversi ecosistemi in diversi periodi storici. La ricerca è tuttavia estremamente attuale.

Una maggiore presenza di CO2 permette alle piante di crescere di più e più velocemente ma, secondo le credenze recenti, questo ne ridurrebbe il valore nutrizionale. I ricercatori dell’Università di Leeds hanno mostrato come questo non sia necessariamente vero per tutte le specie vegetali, aprendo così una nuova finestra sul futuro dell’alimentazione umana.


denis venturi
Denis Venturi
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Laureato in Scienze Politiche e Comunicazione Pubblica, ha lavorato in radio e nel tempo libero si dedica alla scrittura creativa. Da sempre appassionato di cultura, scienza e tecnologia è costantemente a caccia di nuove curiosità in grado di cambiare il mondo in cui viviamo.
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