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La cannabis deve tornare biologica, come il buon vino

La cannabis deve tornare biologica, come il buon vino

La cannabis negli Stati Uniti si cerca sempre più biologica, un po’ come il buon vino, in contrapposizione alla grande industrializzazione del settore.

Negli stati in cui è legale la cannabis sta diventando un business, ma sono in molti a volerla vedere tornare biologica, un trend simile a quello che sta conquistando il mondo del vino. La cosa interessante è il modo di coltivarla: quando ancora era legale la si piantava in vasti campi, poi, per sfuggire all’occhio della legge, si è cominciato a crescerla al chiuso, con sistemi come quello idroponico. Oggi che è tornata legale in molti continuano a coltivarla al chiuso, ma l’impatto sull’ambiente e sulla qualità spinge sempre più persone a coltivarla alla vecchia maniera, magari biologica.

Perché la cannabis si coltiva al chiuso

Quando si parla di cannabis, o meglio ancora di canapa, bisogna ricordare che si tratta di una pianta conosciuta da secoli, utilizzata per le più disparate funzioni. Fino a quando non fu dichiarata illegale negli Stati Uniti, la si coltivava tranquillamente nei campi, dopo di ché divenne necessario nasconderla per evitare le retate della polizia. Così chi la coltivava illegalmente decise di iniziare a crescerla all’interno di capannoni o scantinati, illuminandola con luci artificiali e utilizzando un terreno sintetico.

Per decenni questo tipo di coltivazione portò ad una vera e propria specializzazione della pianta per quei parametri specifici e, una volta che in alcuni stati degli USA la sua coltivazione tornò ad essere legale, si continuò a crescerla al chiuso. Ora però si comincia a calcolare l’impatto che questo tipo di coltivazione ha sull’ambiente, e i costi sembrano enormi: in alcune città, l’1-2% della corrente è assorbita solo dalla coltivazione della cannabis.

Il ritorno della cannabis biologica

Se dovesse continuare questo trend di crescita si verificherebbe un aumento vertiginoso dei consumi, facendo crescere a dismisura l’impronta ambientale della coltivazione di questa pianta. Certo questo metodo ha i suoi vantaggi: le piante crescono molto più velocemente e si riescono ad effettuare più raccolti in una sola stagione, ma la cannabis biologica potrebbe dare più garanzie di qualità e rispetto dell’ambiente.

Del resto la canapa è una pianta che si adegua con estrema facilità ai climi più disparati, motivo per cui è facile da coltivare anche in maniera estensiva. Nonostante non esista una certificazione biologica per tutti gli Stati Uniti, sono in molti i produttori che stanno prendendo in mano la situazione, utilizzando solo fertilizzanti naturali, in forte contrapposizione con le sostanze impiegate nell’idroponica. D'altra parte la cannabis è come un buon vino: è sensibile al concetto di terroir, quell'insieme di variabili che definiscono l'identità di una vigna prima e di un vino poi.


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